Brad Kearns, 27 anni e padre di due figli, li sta seguendo a tempo pieno perché la moglie è per il momento assente. E scopre quanto è faticoso il ruolo di mamma.
Come ci si sente a rivestire il ruolo di mamma per un giorno? Se lo è chiesto un papà, e la risposta non è poi così scontata. Siamo abituati a vederli dei supereroi, i papà, ma spesso ci scordiamo (e i papà in primis) quanto faticoso sia anche il lavoro quotidiano di mamma con tutti gli annessi e i connessi (vedi spesa, cena, riassetto della casa, alzate notturne…).
Eh già, perché se alla sera i papà tornano e trovano tutto più o meno in ordine (più o meno, certo, ci sono pur sempre dei bambini in casa!), i panni piegati (e per qualcuno pure stirati) e la cena a tavola, ci sarà stato qualcuno che avrà fatto tutto ciò. E il merito, ve lo assicuro, nella stragrande maggioranza dei casi non è della tata, né tanto meno di una fantomatica Samantha di Vita da strega. Solo di Wonder Woman, alias supermamma.
Probabilmente, a questa santa illuminazione ci sono arrivati già in parecchi, suvvia. È ormai all’ordine del giorno sentire anche dell’esistenza di un “mammo tuttofare” o di papà che riconoscono (e apprezzano) la fatica di noi madri indefesse (esistono!). E questa virtuosa illuminazione l’ha avuta anche tale Brad Kearns, 27 anni e padre di due figli (uno di 6 anni e l’altro di 6 mesi), che un giorno è dovuto correre a casa dal lavoro perché la moglie aveva avuto una piccola insufficienza epatica.
E così, mentre lei era in ospedale, lui ha cominciato a prendersi cura 24 ore dei pargoletti, avendo poi la (remunerativa) idea di raccontarsi su Facebook.
Uno dei suoi primi post ha ricevuto 38mila “mi piace” ed è stato condiviso più di 11mila volte. Complice, e diciamocela, anche la sua beltà (oltre, a quella, ovvio, dei bimbetti suoi).
“Tutto è iniziato ieri quando sono scappato dal lavoro. Perché sono un papà e i papà si riposano per più di 40 ore a settimana giustificati dalla scusa socialmente accettata di ‘supporto alla famiglia’, mentre la mamma continua a fare quello che le donne sembrano essere tagliate per fare. (…). Ed ecco che sono diventato una mamma”.
Ed eccola qui la giornata del mammo improvvisato (e delle mamme di ogni giorno), quella fatta di corse verso la scuola e di merende da preparare, della spesa da fare mentre ritagli qualche ora al tuo lavoro autonomo che ti tieni ben stretto, della fatica fatta per far giocare serenamente i bambini o non farli litigare troppo, del momento del sonno pomeridiano, sorvolando per la preparazione delle pappe e le tante sveglie notturne e le mille cose da tenere a mente, anche se il tuo cervello non ce la fa più, perché non hai dormito.
“È meraviglioso quando i bambini si addormentano. […] Quando il loro respiro si fa pesante e non riescono a tenere gli occhi aperti e allora li abbracci così teneramente, li baci sulla fronte e cammini in punta di piedi nella stanza […] li appoggi sul letto, li copri e li accarezzi. È bello. È un momento sereno che condividi con loro. Fino a che arriva la parte in cui lui si sveglia e le urla arrivano fino al cielo. Quindi devi rifare tutto di nuovo, alle 10.30, mezzanotte, all’1.45, alle 3.30… Sapevate che la privazione del sonno è una forma di tortura?”.
E sì, caro il mio Brad. Lo sanno bene anche i milioni di mamme che, almeno in questo Paese, devono scegliere o di tenersi un lavoro che le impegni tutta la giornata e che, per questo, fa trascorrere coi figli il minimo della giornata, o di rinunciarvi, magari con una laurea alle spalle, per crescerli di persona questi benedetti figli. Senza un supporto, nemmeno economico, senza la possibilità di conciliare maternità e lavoro serenamente, senza sentirsi dire a fine giornata che si ha la faccia da “casalinga disperata”.
“Voglio tornare a fare di nuovo il papà”, scrive il l’australiano papà belloccio e sfinito, confessando anche di augurarsi (e menomale) che la compagna si riprenda presto.
“Erano solo 16 ore che facevo la mamma. E avevo fallito. Non ero riuscito a mantenere la mia personale igiene, mentre le mamme hanno la capacità di mantenere una casa, di educare i figli, preparare i pasti e anche uscire”.
Ma diamoci un taglio, qui non c’è nessuna superpotenza, questo lo si sa, ma solo la necessità nuda e cruda di mandare avanti baracca e figliolanza.
Germana Carillo
LEGGI anche:
MAMME MULTITASKING: 6 SUGGERIMENTI PER RILASSARSI E RECUPERARE LE ENERGIE