Quei bambini maltrattati dalla maestra (VIDEO)

Scappellotti e schiaffi dati ai piccoli che erano “colpevoli” di aver sbagliato una divisione o aver fatto male i compiti scolastici. Un fischietto suonato con il fine di stabilire l’ordine e la minaccia di far saltare il cervello se i bimbi non avessero seguito le sue direttive, nonché un bastone impugnato e sbattuto sulla cattedra per richiamare l’attenzione, erano i mezzi didattici utilizzati dall’insegnante.

Scappellotti e schiaffi dati ai piccoli che erano “colpevoli” di aver sbagliato una divisione o aver fatto male i compiti scolastici. Un fischietto suonato con il fine di stabilire l’ordine e la minaccia di far saltare il cervello se i bimbi non avessero seguito le sue direttive, nonché un bastone impugnato e sbattuto sulla cattedra per richiamare l’attenzione.

E quando questi non erano sufficienti a frenare la normale vivacità dei bambini, si passava alle vie di fatto: trascinati, tirandoli per i capelli, da una parte all’altra dell’aula, solo perché ‘colpevoli’ di aver abbracciato un amichetto per gioco.

Erano questi i metodi ‘educativi’ di una maestra di Reggio Calabria. La Sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e reati sessuali” della locale Squadra Mobile, a conclusione di serrate indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Dott. Federico Cafiero de Raho e dal Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominijanni, nella giornata di ieri ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare della sospensione per dodici mesi dall’esercizio del pubblico ufficio di docente, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di una maestra di 66 anni, ritenuta responsabile del reato di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni.

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È stata la denuncia dei genitori di un bambino che frequenta una classe dell’Istituto Scolastico a far scattare le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria. I denuncianti erano preoccupati per il proprio figlio, il quale aveva più volte manifestato insofferenza a frequentare le lezioni, per paura di quanto lui e i suoi amichetti subivano da parte dell’insegnante.

La Squadra Mobile – su disposizione della Procura della Repubblica – ha dato il via alle indagini, attivando presidi tecnici per acquisire elementi di prova relativi ai gravi fatti denunciati. Le immagini riprese dalle telecamere nascoste all’interno dell’aula dove la donna insegnava, hanno immortalato i numerosi maltrattamenti:

Gli elementi di prova raccolti durante le indagini, condotte con il massimo riserbo per tutelare i minori coinvolti, hanno determinato il G.I.P. ad accogliere la richiesta di misura cautelare formulata dal Pubblico Ministero a carico dell’indagata.

Roberta Ragni

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