Stroncato a 5 anni da un tumore, la famiglia del piccolo Lorenzo chiede un risarcimento di 25 milioni all’Ex Ilva di Taranto

Il piccolo Lorenzo è stato ucciso da un tumore al cervello a soli 5 anni. Adesso la famiglia chiede 25 milioni di euro all’Ex Ilva

Qualche anno fa vi abbiamo raccontato la storia del piccolo Lorenzo Zaratta, strappato alla sua famiglia a soli 5 anni a causa di un tumore, provocato dai veleni dell’ex Ilva di Taranto. Il bimbo è morto nel 2014, stroncato da un cancro al cervello, e adesso la famiglia ha chiesto un risarcimento di 25 milioni ai dirigenti dell’impianto siderurgico. Secondo una perizia dei pubblici ministeri della procura di Taranto, a causare l’insorgere della malattia sarebbero state proprio le polveri velenose e altre emissioni inquinanti provenienti dall’ecomostro che ha già mietuto troppe vittime, tra cui bambini come Lorenzo.

Per la morte del piccolo nove tra dirigenti e funzionari sono stati rinviati a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo.

La richiesta di risarcimento è avvenuta nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta davanti al gup del tribunale di Taranto, ma bisognerà attendere l’udienza del prossimo 14 ottobre, durante la quale i pm dovranno riformulare e specificare i capi di imputazione in merito alla serie di omissioni di cui sono accusati.

Alla fine ci siamo arrivati” commenta su Facebook il legale della famiglia – La guerra è appena iniziata, ma la prima battaglia l’abbiamo vinta: sono state ammesse le costituzioni di parte civile. La strada è lunga ma, come diceva qualcuno, no road is too long for the man who knows where he’s going.

Per i pm gli imputati “consentivano la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle aree: Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie e Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico, omettendo l’adozione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali. E tutto ciò avrebbe provocato “una grave malattia neurologica” al bimbo “che assumeva le sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale”. 

Il piccolo Lorenzo ha vissuto un vero calvario, come accaduto a tanti altri suoi coetanei. Nel corso della sua breve vita ha subito circa trenta interventi chirurgici, duranti i quali sono trovati metalli e altre sostanze inquinanti nel cervello del bimbo. Ma com’è stato possibile? In realtà, durante la gravidanza la mamma di Lorenzo aveva lavorato proprio nel quartiere Tamburi, il più esposto ai veleni della fabbrica. Da lì sono partite le indagini che hanno portato alla scoperta del nesso tra l’inquinamento e il decesso del piccolo.

Purtroppo il risarcimento richiesto dalla famiglia ovviamente non servirà a far tornare Lorenzo in vita, ma sarebbe una piccola vittoria per i genitori del bimbo e di tanti altri che hanno visto i loro figli ammalarsi e morire a causa dell’ecomostro di Taranto, che continua a fare strage nel silenzio generale. Lo scorso dicembre non ce l’ha fatta neanche un altro guerriero di 11 anni del rione Tamburi, stroncato da un tumore raro.

Fonte: Facebook/Giustizia per Taranto

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