Un'analisi di Altromercato mette in guardia dal consumo di latte per la crescita. L'unica alternativa sarebbe il latte vaccino?
Dopo l’anno di età se non è possibile allattare il bimbo quale latte è il migliore? Il latte artificiale o il latte vaccino? Troppo ricco di zuccheri e di aromi e contenente anche contaminanti potenzialmente cancerogeni, Altroconsumo non ha dubbi: al latte crescita formulato è meglio preferire il latte di mucca. L’associazione ha infatti analizzato 12 marchi di latte in formula arrivando a una conclusione: il cosiddetto “latte di crescita” non solo è inutile per i bimbi, ma può anche essere pericoloso.
Quel che è vero è che il latte di crescita destinato ai bimbi fino ai 3 anni viene fatto passare come la “scelta migliore” perché arricchito da sostanze come ferro, vitamine e sali minerali. Ma, come ammette anche l’Efsa, si tratta di un messaggio fuorviante: quel tipo di latte è in realtà troppo zuccherato, costoso (circa 0.80 euro in più al litro rispetto al latte normale) e in alcuni casi può essere dannoso per la salute.
Dalle analisi effettuate da Altroconsumo, infatti, è emerso molti latti per la crescita contengono zuccheri, aromi e in più contaminanti pericolosi, che possono essere un rischio per la salute soprattutto dei più piccoli.
In queste bevande il latte vaccino è soltanto uno degli ingredienti, il resto è composto da zucchero, aromi, maltodestrine, emulsionanti e oli vegetali. E proprio in questi oli, raffinati (olio di palma in primis), sono contenute sostanze pericolose a base di glicerolo e glicidolo. Note con i nomi di “3 MCPD” (3 monocloropropandiolo) e “GE” (glicidil esteri), queste sostanze sono considerate potenzialmente cancerogene e tossiche per i reni le prime, e genotossiche e cancerogene le seconde. In più, secondo le analisi, ad eccezione di due prodotti (Plasmon Nutrimune e Aptamil), tutti i latti contengono GE, mentre 11 campioni su 12 contengono 3 MCPD.
Qui trovate l’analisi completa. E qui le marche contaminate.
Meglio il latte vaccino?
È la domanda che di conseguenza ci si pone. Al di là del proprio stile alimentare e delle scelte che si fanno a tavola e in famiglia, il latte vaccino – nel caso in cui, per i più disparati e personali motivi, non si prosegua l’allattamento a termine al seno – sembra essere migliore.
“Il latte di crescita non è necessario per offrire ai bimbi un’alimentazione sana e completa: latte vaccino e una dieta equilibrata sono sufficienti (a meno che non ci siano esigenze particolari). La scelta migliore infatti, dopo l’anno di età, è usare il latte fresco pastorizzato, quello che si beve in famiglia. Non c’è ragione né di diluire il latte con acqua, né di usare quello scremato: anzi, i grassi del latte sono essenziali per lo sviluppo del bambino”.
Vero è anche che nel latte vaccino mancano alcuni elementi, ma in un dieta variegata non è difficile reperirli in altre fonti, come:
- acido grasso DHA, con pesce di varietà differente
- ferro, con carne magra, pesce, uova, frutta e verdura ricca di vitamina C, fagioli, lenticchie e cereali per aumentarne l’assorbimento
- vitamina D, con pesce grasso e tuorlo
- iodio
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Germana Carillo