Un test ha analizzato e confrontato alcuni tra i più noti prodotti destinati alla prima infanzia. Parliamo del latte in polvere che alcune mamme, che non possono o vogliono allattare al seno, utilizzano in sostituzione del latte materno.
Un test ha analizzato e confrontato alcuni tra i più noti prodotti destinati alla prima infanzia. Parliamo del latte in polvere che alcune mamme, che non possono o vogliono allattare al seno, utilizzano in sostituzione del latte materno.
E’ ancora una volta il mensile tedesco Öko-Test a svelarci le migliori marche di latte in polvere e i prodotti peggiori. I tecnici di laboratorio della rivista hanno preso a campione 16 polveri da reidratare per ottenere latte utile ai neonati. Si tratta in tutti i casi di prodotti ricavati da una base di latte vaccino, alcuni dei quali sono venduti anche in Italia.
Una premessa doverosa è comunque da fare e anche Öko-Test non dimentica questo aspetto. Allattare al seno è, quando possibile, la scelta migliore. Il contenuto del latte materno, infatti, protegge i neonati da infezioni e infiammazioni oltre che da allergie e asma e cambia nel corso dell’allattamento in base alle esigenze del bambino. Non c’è nessun latte in polvere che può essere paragonabile al latte di mamma. Detto questo, in diverse situazioni potrebbe non essere possibile allattare. Ecco allora che è necessario nutrire il bambino i primi mesi con latte in polvere.
Ma come scegliere un prodotto di qualità?
Per aiutare i neogenitori, Öko-Test ha analizzato e messo a confronto 16 differenti prodotti, andando alla ricerca di possibili inquinanti, residui di oli minerali e di disinfettanti clorurati, tutte sostanze che sicuramente non è consigliabile far assumere ad un neonato.
I risultati del test
Secondo i risultati del test, quasi tutte le polveri contengono tracce di sostanze derivate da oli minerali o altri inquinanti che possono essere rilasciati dai rivestimenti in plastica. Parliamo nello specifico di idrocarburi saturi (MOSH / POSH) e sostanze simili. Come specifica Öko-Test, in alcuni casi le quantità superano il limite oltre il quale non parliamo più di tracce.
Il MOSH, ricordiamo, si accumula nel tessuto adiposo umano e nel fegato mentre il POSH comporta rischi comparabili ma tutte le conseguenze di questa sostanza sulla salute umana non sono ancora del tutto chiarite. I POSH si dissolvono dalla plastica, come quella che riveste la parte interna della polvere di latte.
Sono state poi trovate sostanze inquinanti (soprattutto cancerogeni o sospetti cancerogeni) derivate dai grassi, come il 3-MCPD ed esteri glicidilici. Queste sostanze possono generarsi durante la raffinazione degli oli vegetali contenuti nel latte.
Nel complesso, però, rispetto a test precedenti, la purezza rispetto agli inquinanti grassi è migliorata e ora, le polveri testate, non superano più l’assunzione giornaliera tollerabile di 3-MCPD (questa è stata stabilita dalla massima autorità in fatto di sicurezza alimentare dell’Ue, l’EFSA).
Vi è poi una mancanza in alcune formule per bambini. Gli esperti hanno evidenziato la carenza di acido docosaesaenoico (DHA) e acido arachidonico (AHA) in 7 prodotti. Questi acidi grassi sono contenuti nel latte materno e sono importanti per lo sviluppo delle cellule cerebrali e nervose. Dal 2020, l’aggiunta di queste sostanze sarà obbligatoria per legge ma ovviamente anche adesso è consigliabile che queste sostanze siano presenti nella formula.
Considerando tutte queste caratteristiche, gli esperti hanno dato un punteggio “buono” solo a 5 prodotti (3 sono biologici), 4 invece sono risultati “scarsi” e uno insufficiente.
I migliori latte in polvere sono risultati:
- Hipp Bio Pre
- Löwenzahn Organics Bio
- Töpfer Lactana Bio
- Aptamil Profutura
- Humana Pre
Un altro latte di Hipp, il Combiotik, ha ottenuto un punteggio soddisfacente mentre per quanto riguarda Aptamil, il Pronutra è risultato scarso così come il Nestlé Beba.
Il latte in polvere peggiore secondo il test è il Babydream Initial Milk Pre di Rossmann nel quale è stato individuato il contenuto in estere glicidilico più elevato.
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Francesca Biagioli