Dopo un recente focolaio di criptosporidiosi, che si è verificato in un'azienda agricola in Irlanda proprio nella stagione in cui i bambini frequentano fattorie e zoo, le autorità sanitarie locali lanciano l'allarme. C'è però un sistema molto semplice per difendersi da questa e altre infezioni
La criptosporidiosi è malattia parassitaria causata da un protozoo (il Cryptosporidium) che provoca soprattutto sintomi gastrointestinali. Un tipo di infezione a cui si può andare incontro un po’ in tutto il mondo, Italia compresa.
La zona del Mid-West irlandese ha uno dei tassi più alti di infezione da Cryptosporidium del Paese. Nel 2021 sono stati registrati 121 casi, quasi tre volte il numero registrato nel 2020 (46 casi) e il più alto degli ultimi 10 anni. Non a caso proprio qui è stato recentemente lanciato l’allarme, in concomitanza con l’inizio della bella stagione.
Il problema riguarda soprattutto i bambini, dato che questo microrganismo può essere contratto in zoo e fattorie ed il periodo dell’anno più rischioso è proprio la primavera-estate, quando le famiglie frequentano spesso luoghi dove si trovano animali e di conseguenza la possibilità di esporsi al Cryptosporidium è maggiore.
Questo protozoo, infatti, vive nell’intestino di animali infetti ma si può trovare anche nel suolo, nel cibo, nell’acqua o sulle superfici contaminate da feci animali.
In caso di infezione i sintomi più frequenti includono:
- diarrea
- mal di stomaco
- mal di testa
Il Cryptosporidium può anche avere effetti a lungo termine sulle persone che hanno un sistema immunitario debole.
Ma non è questa l’unica infezione a cui stare attenti se si visitano luoghi con animali. Un altro rischio è rappresentato dagli Escherichia coli verocitotossici (VTEC), noti anche come STEC (E.coli produttori di tossina Shiga), batteri che possono causare dolori allo stomaco e diarrea, a volte striata di sangue.
Questi batteri possono causare anche una grave condizione nota come Sindrome Emolitico Uremica (HUS), che provoca la rottura dei globuli rossi e insufficienza renale. Tra il 5-10% dei casi di VTEC, in particolare i bambini sotto i cinque anni e gli anziani, soffriranno anche di HUS, con alcuni casi che richiedono la dialisi. Il 5% delle persone che sviluppano questa grave condizione può morire.
A cosa fare attenzione quando si visita una fattoria con animali
Ma come può avvenire esattamente la contaminazione in una fattoria o allo zoo? L’hanno spiegato le autorità sanitarie irlandesi del Department of Public Health Mid-West e il HSE Environmental Health Service che hanno lanciato una campagna informativa proprio per evitare il diffondersi di tali infezioni.
Parlando del Cryptosporidium scrivono:
L’infezione si verifica principalmente attraverso il contatto con gli animali da allevamento o il loro ambiente o quando le persone bevono acqua contaminata da feci animali, o toccano oggetti contaminati e poi si toccano la bocca prima di lavarsi le mani.
Oltre al contatto con gli animali, dunque, bisogna stare particolarmente attenti anche all’acqua che si beve.
Come ha dichiarato il dottor Maurice Mulcahy, responsabile regionale della salute ambientale per Il West Irlanda:
Le forniture idriche private possono rappresentare un rischio per la salute a meno che non siano adeguatamente protette, mantenute e, se necessario, trattate. Potresti non essere in grado di dire se la tua fornitura d’acqua è sicura: la contaminazione non cambia sempre il gusto, l’odore o il colore dell’acqua.
La contaminazione con il VTEC è simile:
Gli animali da fattoria, in particolare i bovini, portano il VTEC nelle loro viscere. L’infezione può essere contratta attraverso il contatto con gli animali da allevamento o il loro ambiente, mangiando cibi contaminati non lavati o poco cotti, bevendo acqua da pozzi contaminati e dal contatto con persone infette da VTEC come in ambienti domestici o di assistenza all’infanzia dove c’è cambio di pannolini o servizi igienici condivisi.
Anche le infezioni da VTEC si verificano più frequentemente durante la primavera e l’estate.
Come difendersi
Il sistema per evitare queste infezioni è davvero molto semplice e universale. Si tratta di lavarsi le mani con acqua e sapone, un consiglio valido e utilissimo soprattutto nel caso dei bambini molto piccoli che tendono a mettersi spesso le mani in bocca.
Come hanno specificato le autorità sanitarie irlandesi, il classico disinfettante per le mani a base di alcol non è efficace contro il Cryptosporidium, mentre il microrganismo si può lavare via facilmente appunto con acqua calda e sapone.
Oltre al lavaggio delle mani, è molto importante anche stare attenti all’acqua che si beve. Non sempre quella che si trova nelle fattorie è potabile, soprattutto se arriva da pozzi. Quindi se non è ben specificato che si tratta di acqua potabile è sempre meglio chiedere ai gestori prima di far bere i bambini.
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Fonte: HSE Environmental Health Service
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