#RIPJulen: nessun miracolo per il bimbo caduto nel pozzo

Oggi si piange la morte del piccolo Julen. A nulla sono serviti gli sforzi incommensurabile di centinaia di soldati che hanno lavorato senza sosta, né la solidarietà di tutti coloro che hanno sperato nel salvataggio. Purtroppo bisogna rassegnarsi alla desolazione della peggior notizia: Julen è stato trovato senza vita.

Oggi si piange la morte del piccolo Julen. A nulla sono serviti gli sforzi incommensurabile di centinaia di soldati che hanno lavorato senza sosta, né la solidarietà di tutti coloro che hanno sperato nel salvataggio. Purtroppo bisogna rassegnarsi alla desolazione della peggior notizia: Julen è stato trovato senza vita.

Tutti sapevano che le circostanze non lasciavano molto spazio all’ottimismo. Ma la speranza che avvenisse l’impossibile era forte negli animi di tutti.

E invece il corpo senza vita di Julen Roselló, bimbo di 2 anni caduto in un profondo e stretto pozzo il 13 gennaio a Totalán (Málaga), è stato trovato morto alle 1,25 di questa mattina dalle squadre di salvataggio.

Il piccolo era intrappolato in un tunnel di 25 centimetri di diametro e 107 metri di profondità. L’annuncio ufficiale è stato dato su Twitter dalla Guardia Civil:

“Disgraziatamente… nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile… #RIPJulen. Ai familiari le più sincere condoglianze”.

La famiglia del bambino ora riceve sostegno psicologico da un team di professionisti, così come i suoi piccoli compagni di classe. L’obiettivo è prevenire lo stress post-traumatico o crisi di ansia cronica. Nel frattempo, un tribunale di Malaga indaga sulle circostanze in cui si è verificato lo sfortunato incidente. Il pozzo e altre opere effettuate nei giorni precedenti all’incidente non avevano i permessi necessari, anzi erano illegali.

Spetta ora alle autorità spagnole ricostruire i fatti, che ancora contengono moltissime incognite.

Come è caduto il bambino in quel maledetto pozzo? Perché il pozzo non era ben sigillato? Ci sono molte domande a cui si dovrà rispondere, ma ora è il tempo di piangere per questa piccola vita innocente che è stata spezzata.

Roberta Ragni

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