Uno studio ha indagato sull'associazione tra l'esposizione ad elementi neurotossici e gli esiti neurocomportamentali di bambini di Taranto.
Un nuovo studio ha esplorato l’associazione tra l’esposizione ad elementi potenzialmente neurotossici e gli esiti neurocomportamentali di bambini nati e cresciuti intorno all’ex Ilva di Taranto
Disturbi del comportamento e aumentata iperattività, tratti psicopatologici e rischi di autismo, oltre ad ansia, depressione e a un quoziente intellettivo più basso. L’ex Ilva di Taranto ha portato guai grossi: non solo patologie respiratorie, del sistema circolatorio e diversi tipi di tumori, ma anche rischi neurologici per quei “bambini dell’Ilva” che sono le vittime più colpite dai veleni della fabbrica a carbone più grande d’Europa.
È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale Nature che dimostra gli effetti neurotossici sinergici di piombo e arsenico e altri metalli sui bambini di Taranto residenti nei quartieri vicino al polo industriale.
Un problema che esiste da sempre (è del 2016 il dossier del Ministero della Salute che aprì simili scenari) e che sempre ha evidenziato il Comitato per la Salute e per l’Ambiente di Taranto (cui aderiscono Peacelink, Genitori Tarantini, Comitato Quartiere Tamburi, Articolo 32, LiberiAmo Taranto e Lovely Taranto) che ha inviato una lettera ai ministri Cingolani e Speranza nella quale chiede di:
smentire le voci che danno per imminente un nuovo decreto salva-Ilva che sarebbe una grave atto di protervia e di irresponsabilità. Vi scriviamo per annunciarvi che intendiamo rivolgerci al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, con sede a Ginevra per segnalare questa situazione dei bambini di Taranto con piombo nel sangue e arsenico nelle urine.
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Posted by Giustizia per Taranto on Sunday, June 20, 2021
Lo studio
I disturbi del neurosviluppo sono in costante aumento su scala globale e già da tempo alcuni elementi come i metalli pesanti sono noti per essere neurotossici. In questo studio trasversale è stato valutato l’effetto neurocomportamentale dell’esposizione a oligoelementi tra cui piombo, mercurio, cadmio, manganese, arsenico e selenio e le loro interazioni tra 299 scolari residenti nell’area fortemente inquinata di Taranto. Sangue intero, urina e capelli sono stati raccolti per le analisi dei metalli, mentre la Child Behavior Checklist e la Social Responsiveness Scale sono state somministrate all’insegnante principale e alle madri per identificare i problemi comportamentali nei bambini.
La presenza di piombo nel sangue ha evidenziato principalmente problemi sociali, comportamenti aggressivi ed esternalizzazione, mentre l’arsenico nelle urine ha mostrato un impatto su ansia e depressione, problemi somatici, problemi di attenzione e comportamento di violazione delle regole. È stata osservata una significativa interazione tra piombo e arsenico, con un effetto sinergico dei due metalli che aumenta il rischio di problemi di attenzione, comportamento aggressivo, problemi di esternalizzazione e problemi totali.
Nello specifico, lo studio ha valutato l’effetto neurocomportamentale dell’esposizione ad alcuni elementi tra cui Pb, Hg, Cd, Mn, As e Se tra i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni residenti nell’area fortemente inquinata. Ebbene, due dei quartieri più vicini al polo industriale (Tamburi e Paolo VI) erano caratterizzati da una minore percentuale di status socio-economico di alto livello (SES) (rispettivamente 1,3% e 0%, p-value del Chi-quadro < 0,001), una maggiore frequenza di esposizione al fumo passivo (rispettivamente 26,9% e 11,1%, p-value del chi quadrato < 0,001) e quoziente di intelligenza (QI) più basso (QI mediano pari rispettivamente a 94 e 102, rispetto a 110 nei quartieri di Statte e Talsano, Kruskall–Wallis p-value < 0,001). I bambini residenti a Tamburi hanno anche mostrato una stimolazione cognitiva inferiore a casa (punteggio totale mediano (1Q-3Q) HOME pari a 5,0 (4,0, 6,0), Kruskall-Wallis p-value < 0,001) , erano leggermente più grandi e avevano una percentuale maggiore di femmine rispetto ai bambini che vivevano più lontano dalla sorgente.
Nel complesso, siamo stati in grado di testare che il piombo sanguigno più elevato, le concentrazioni di arsenico urinario e la loro interazione aumentano il rischio di problemi neurocomportamentali. Ciò è in linea con l’elenco prioritario delle sostanze pericolose dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti in cui l’arsenico e il piombo sono classificati rispettivamente al primo e al secondo posto, si legge nello studio.
Questo studio evidenzia anche come le aree svantaggiate siano ad aumentato rischio di problemi neurocomportamentali oltre al rischio di minori capacità neurocognitive. Un disastro, un vero disastro. E a pagarne sono e saranno chissà ancora per quanto le nuove generazioni.
Fonte: Nature
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