Ad ogni età i suoi giochi. Dovremmo tenerlo bene a mente ogni volta che proponiamo un’attività ai più piccoli. I pediatri del Bambino Gesù ci danno consigli utili sui giochi adatti ai neonati così come ai bambini più grandicelli.
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Ad ogni età i suoi giochi. Dovremmo tenerlo bene a mente ogni volta che proponiamo un’attività ai più piccoli. I pediatri del Bambino Gesù ci danno consigli utili sui giochi adatti ai neonati così come ai bambini più grandicelli.
Sul magazine digitale del noto ospedale pediatrico di Roma, è stato pubblicato il nuovo numero di “A scuola di salute”, dal titolo “Giocare è una cosa seria!”, un documento molto interessante, pensato per spiegare a genitori e insegnanti quali sono i giochi consigliati per le diverse fasce d’età.
Per prima cosa si spiega che il gioco non è solo divertimento. Come sappiamo, questo è il modo che hanno i bambini per rapportarsi con il mondo e con gli altri, sviluppando sensi e qualità. Insomma un’opportunità per crescere che va sfruttata al meglio.
I pediatri ci ricordano che è importante che il gioco proposto sia giusto per l’età del bambino, in caso contrario questa attività invece che creare gioia e divertimento (sentimenti che favoriscono l’apprendimento) può generare addirittura frustrazione (pensate al caso in cui si propone un gioco che non si riesce a fare in quanto adatto a bambini più grandi).
Ci ricordano inoltre che non esistono giochi da maschio e giochi da femmina, i bambini non si pongono questo genere di problemi (che nascono piuttosto dalle limitazioni e dagli stereotipi degli adulti) e possono tranquillamente passare, indipendentemente dal sesso, da giocare con le macchine a pettinare le bambole, dal fare le pulizie e truccarsi a mascherarsi da supereroi, ecc.
Non c’è limite alla fantasia e al divertimento. Ma quali sono i giochi adatti alle diverse età dei bambini?
Neonati
Appena nato un bambino ha bisogno soprattutto del contatto con i genitori. Scoprire le braccia, il corpo, il viso di mamma e papà è in qualche modo il gioco dei piccolissimi dato che aiuta a formare la relazione, diminuire lo stress e attivare al meglio lo sviluppo cognitivo. Come si legge nel documento:
“Nei primi mesi, tenere i bambini a contatto con il proprio corpo, ad esempio portandoli con una fascia o con un marsupio adatto all’età, favorisce la regolazione delle funzioni vitali, la riduzione dello stress e la comunicazione istintuale tra il bambino e il genitore. Dopo i primi mesi di vita, il corpo del genitore, con l’aiuto di un materasso rigido da tenere per terra nella cameretta o in salone, può diventare la palestra su cui far giocare il bambino. Arrampicandosi, spingendosi e rotolandosi sul corpo del genitore i bambini apprenderanno progressivamente nuove capacità di movimento: la posizione seduta, il gattonamento, il porsi in piedi da solo”.
Dai 4-6 mesi
A partire dai 4 mesi, o poco dopo a seconda dello sviluppo del singolo bambino, il piccolo inizia ad osservare e toccare gli oggetti sviluppando al meglio i suoi 5 sensi. È proprio attraverso questo contatto che inizia a conoscere il mondo. Il metodo Montessori propone il “cestino dei tesori”, un cesto pieno di oggetti accattivanti per i più piccoli (non immaginate chissà quali giochi strani, si tratta di cose comuni basta che forme, colori e materiali siano differenti e possano così stimolare in diverso modo i bambini).
Così potete realizzare un cestino dei tesori:
“Si prende un bel cesto, di stoffa o di vimini, e lo si riempie con oggetti della quotidianità domestica, scegliendo materiali, forme e colori diversi: un cucchiaio di legno da cucina, un pennello per il trucco, una bottiglietta da riempire con dei legumi, uno spazzolino da denti, una spazzola, un rotolo di nastro adesivo. Il bambino sarà incuriosito dagli oggetti perché sono quelli con cui ci vede interagire ogni giorno. La manipolazione e il contatto con materiali diversi stimolerà lo sviluppo delle capacità motorie e dei sensi”.
Una volta che il bambino ha esaurito l’interesse per questi oggetti e li ha esplorati in ogni modo si possono sostituire piano piano tutti per farlo progredire nelle sue scoperte. L’alternativa, per quando si è fuori casa, è preparare un “sacchetto dei tesori”.
12-18 mesi
A partire dall’anno di età i bambini iniziano ad imitare le azioni che vedono compiere dai genitori e dagli altri adulti di riferimento. Possono simulare, ad esempio, di dare da mangiare o da bere ad una bambola. In questa fascia d’età, dunque, i bimbi hanno bisogno semplicemente di oggetti reali da utilizzare e ovviamente della supervisione di un adulto.
A partire dai 2 anni
Da questo momento, i bambini hanno affinato le loro capacità e sono in grado di simulare e far finta di essere qualcosa che non sono: supereroi, fate, mamme e papà, ecc. Questo modo di giocare, detto gioco simbolico, gli permette di creare avventure infinite grazie alla fantasia e alla creatività. Quello che può sembrare un semplice gioco è in realtà un’esperienza fondamentale per lo sviluppo cognitivo, affettivo e sociale dei bambini. In questo modo i piccoli imparano a conoscere le loro potenzialità, a comunicare meglio e ad entrare in contatto con le proprie emozioni.
Dai 3 anni
Crescendo i bambini sono in grado di creare trame del gioco e storie sempre più complesse. Possono travestirsi e diventare protagonisti di fantastiche avventure oppure utilizzare pupazzi e personaggi per inventare storie. Non c’è bisogno, quindi, di molto per farli divertire. Il bambino riesce infatti a giocare solo o con gli amichetti creando finalmente delle relazioni di amicizia.
Quando scegliete un gioco per i vostri figli ricordate dunque:
- il gioco deve essere adatto all’età del bambino
- la fantasia è il principale strumento di gioco per un bambino: più un gioco è semplice e neutro più stimolerà la sua creatività.
- non limitare la possibilità di gioco dei bambini secondo gli stereotipi di maschio e femmina ma lasciarli liberi di confrontarsi con diverse attività indipendentemente dal loro sesso
Il ruolo della lettura
La lettura è importante ad ogni età, anche i neonati ne beneficiano dato che sono attratti dalla voce del genitore e dal ritmo della storia mentre per i più grandi leggere con mamma e papà rafforza la relazione e migliora linguaggio, apprendimento e capacità di attenzione.
I videogiochi
Come dobbiamo comportarci di fronte ai videogiochi? Secondo gli esperti, questi vanno proposti con prudenza e categoricamente dopo i 6 anni di età. Il tempo massimo di esposizione a questi giochi non dovrebbe superare i 60 minuti e un genitore dovrebbe sempre supervisionare.
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Francesca Biagioli