La Francia continua la graduale riapertura nonostante i casi registrati in 70 istituti: per il Ministro dell'Istruzione vi è più rischio nello stare a casa.
“Vi è più rischio nello stare a casa che nell’andare a scuola“, queste le parole pronunciate dal Ministro dell’Istruzione francese Jean-Michel Blanquer, secondo il quale la prolungata assenza dai banchi scolastici comporta rischi sia di abbandono, che già riguardano 500.000 studenti della scuola primaria e secondaria, che danni psicologici, alimentari e sanitari.
Lo ha ribadito in seguito ai casi di coronavirus rilevati in Francia dopo la riapertura della scuola materna e delle primarie l’11 maggio, casi che hanno costretto diversi istituti a (ri)chiudere le porte.
In tutto sono state 70 le scuole chiuse per via di alunni e personale di supervisione ammalati o sospettati di positività, come confermato dal Ministro in un’intervista rilasciata a RTL France, dove ha specificato che probabilmente erano casi contratti prima del rientro scolastico.
Chiusure che, a suo parere, dimostrano che la Francia non sta sottovalutando il virus, nonostante sia intenzionata comunque a riaprire gradualmente le scuole.
https://twitter.com/RTLFrance/status/1262263055146192898
Una decisione, quest’ultima, che non viene messa in discussione perché le conseguenze “del non andare a scuola“, aveva sottolineato Blanquer in un’intervista rilasciata a Europe 1, “sono molto più gravi“, sebbene molti genitori siano preoccupati e riluttanti.
Il Ministro ha cercato di rassicurarli ma ha anche evidenziato con forza l’importanza della formazione scolastica, soprattutto per quei bambini, circa il 4%, che vivono situazioni di disagio sociale, e che non frequentandola, potrebbero subire danni educativi e sociali gravissimi per il resto della vita.
Anche se il rischio zero non esiste, ha detto il Ministro, i protocolli sanitari messi in atto sono molto rigorosi proprio per evitare nuovi contagi, ma è indispensabile che i bambini, in sicurezza, ricomincino a frequentare gli istituti, e che vi ritornino “almeno una volta” prima della fine di maggio.
Il Ministro ritiene, infatti, che l’educazione a distanza sia importante, ma questa va associata alla presenza fisica di studenti e insegnanti.
Ti potrebbe interessare anche: