Il piccolo Filippo è salvo: dopo aver trovato finalmente un donatore è stato sottoposto al trapianto di midollo e presto tornerà alla normalità.
Aveva una rara malattia genetica il piccolo Filippo, di soli 8 mesi, e l’unica speranza, per salvarlo, era sottoporlo a un trapianto di midollo. Ma bisognava trovare un donatore, cosa tutt’altro che scontata, anche perché il primo volontario si era poi ritirato. Sua madre ha sperato fino all’ultimo e finalmente mercoledì il midollo osseo è arrivato. A donarlo è stata una donna tedesca di 37 anni, e grazie a lei, ora Filippo potrò recuperare la salute.
L’operazione è stata eseguita mercoledì notte presso gli Spedali civili di Brescia dal professor Fulvio Porta, responsabile del reparto di Oncoematologia pediatrica. Un’operazione iniziata alle 23:30 e finita alle 23:40, come riporta la madre di Filippo su fb:
“Ecco fatto. Tra le 23.30 e le 23.40 è avvenuto il mio trapianto. 10 minuti in una siringa di liquido rosa”.
Ecco fatto. Tra le 23.30 e le 23.40 è avvenuto il mio trapianto. 10 minuti in una siringa di liquido rosa. #undonoperFilippo #unFilodisperanza
Posted by Un dono per Filippo on Wednesday, January 8, 2020
La sacca con il midollo osseo era arrivata all’aeroporto di Milano Linate accompagnata da un volontario della Protezione civile, quindi trasportata agli Spedali civili di Brescia che dopo averlo valutato, lo hanno trattato per renderlo gradito al corpo del bimbo in attesa dell’operazione.
“Sarà in serata presumo, forse di notte…e io non mi accorgerò di nulla” scriveva la madre di Filippo poco prima dell’operazione sul diario virtuale di facebook intitolato “Un dono per Filippo” dove da mesi racconta, come se fosse suo figlio a parlare, le diverse vicissitudini del suo percorso. Continuando, “durerà poco, una ventina di minuti forse…e se io starò dormendo continuerò a dormire. Sarà una semplice infusione, nulla di traumatico, simile ad una trasfusione di sangue. E dopo? E dopo inizierà l’attesa che i miei globuli bianchi ricomincino a salire, e ci vorranno un paio di settimane per iniziare a vedere i primi risultati. Quindi ci vorrà tanta, tanta pazienza e fiducia.”
La malattia di Filippo si chiama linfoistiocitosi emofagocitica, e per combatterla e trovare un donatore i suoi genitori, da quando è nato, hanno sostenuto una campagna di sensibilizzazione insieme ad Admo, Associazione donatori di midollo osseo, per incoraggiare le persone a donarlo.
È così che hanno trovato la donna tedesca riuscendo a portare termine l’operazione tanto attesa, che non essendo chirurgica ma medica, è stata eseguita sul piccolo Filippo nella camera sterile in cui, per i prossimi 15-20 giorni, dovrà rimanere, come ha spiegato il professor Porta:
“E’ una procedura medica e non chirurgica: non si entra nemmeno in sala operatoria, ma tutto avviene nella camera sterile in cui il bambino trascorrerà i prossimi 15-20 giorni. Vengono infusi in endovena circa 100 cc di cellule della donatrice, la procedura non è invasiva”.
In Filippo, ha spiegato il professore, è il sangue a essere malato ed è su di esso che intervengono i farmaci chemioterapici che ha assunto per settimane:
“Il sangue di Filippo è malato e può essere paragonato a un campo infestato di gramigna. Quindi bisogna usare il diserbante, cioè i farmaci chemioterapici che ha assunto per settimane. Con il trapianto si piantano dei semi, le cellule della donatrice, che germoglieranno in nuove piantine in una quindicina di giorni. Dopo l’infusione inizia una fase delicata”.
Ora Filippo, assumendo per i prossimi 6 mesi appositi sciroppi, potrà pian piano tornare alla normalità.
Lo stesso professore ha spiegato a La Repubblica che le malattie rare non sono poche, semmai “sono pochi i casi di ogni patologia” e che, quindi, è molto importante sensibilizzare le persone sull’argomento, ognuno di noi potrebbe trovarsi in una condizione simile, e servono strutture adeguate a eseguire operazioni simili e soprattutto è indispensabile diagnosticare correttamente, e in tempo, le malattie del sangue e del sistema immunitario, contro le quali le terapie salvavita come il trapianto di midollo sono efficaci nel 90% dei casi.
Ricordiamo che per diventare donatori basta iscriversi all’Admo, avere tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 kg e godere di ottima salute, quindi sottoporsi a prelievo di sangue o di saliva necessario alla tipizzazione HLA.
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