Avete mai sentito parlare degli Inuit? Sono un popolo dell’Artico il cui gruppo principale è costituito dagli Eschimesi. Questi uomini e donne che vivono tra i ghiacci hanno un metodo infallibile per gestire la rabbia e insegnare a farlo anche ai bambini.
Qual è il segreto degli Inuit? Non urlano mai, non alzano la voce e non sgridano i più piccoli anche quando fanno qualche marachella di troppo. A noi che viviamo in una società in cui gli scatti di rabbia sono all’ordine del giorno (anzi del minuto): pensiamo al traffico delle grandi città, allo stress di correre da una parte all’altra la mattina presto, ecc. sembra quasi impossibile.
Anche alle nostri latitudini, in realtà, cerchiamo di trovare sistemi per placare la rabbia, ad esempio fare respiri profondi, reagire con umorismo alle situazioni, fare una passeggiata nella natura o leggere libri sul tema ma gli Inuit sembrano essere estremamente calmi e non aver bisogno di alcuno stratagemma per gestire questa emozione.
A raccontarci il rapporto che questo popolo ha con la rabbia è un famoso antropologo, Jean Briggs che negli anni ’60 si è avventurato nell’estremo Nord vivendo in una comunità Inuit per 17 mesi. All’uomo è balzato subito agli occhi che, durante tutto il periodo della sua permanenza, non aveva mai visto nessun bambino essere sgridato.
Anche quando accadevano cose che avrebbero fatto arrabbiare chiunque, come una teiera piena che cade e si frantuma sul pavimento, gli Inuit non davano mai segno di provare rabbia. Come ha scritto nel suo libro “Never in anger” (#linkaffiliazione) nato in seguito a quell’esperienza:
“Il controllo emotivo è molto apprezzato dagli eschimesi. In effetti, il mantenimento dell’obiettività in circostanze difficili è il segno essenziale della maturità dell’età adulta”.
L’antropologo racconta anche situazioni davvero estreme come, ad esempio, quella in cui una donna invitava suo figlio a lanciarle contro un sasso e, dopo che lui lo aveva fatto, non lo rimproverava con rabbia, ma piuttosto gli faceva notare con calma che le aveva fatto male. Invece che mostrare rabbia, dunque, aveva illustrato le conseguenze delle sue azioni, ossia il dolore che aveva provocato.
Decenni dopo lo scrittore Michaeleen Doucleff seguì le orme di Briggs, visitando Iqaluit, in Canada: “alla ricerca della saggezza genitoriale, specialmente quando si tratta di insegnare ai bambini a controllare le proprie emozioni“. Quello che riportò fu uguale: tutte le mamme e i papà continuavano a seguire una regola di base: non urlare o sgridare mai i piccoli!
Gli Inuit sono infatti convinti che alzare la voce insegni solo al bambino ad alzare la voce a sua volta creando quindi un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Sembra che la società inuit abbia imparato questa lezione da molto tempo e che sia riuscita ad interrompere il ciclo di rabbia che crea altra rabbia e di urla che provocano altre urla.
Ma come rispondono i bambini a questi input sempre calmi dei genitori anche di fronte alle situazioni più difficili? I bambini imparano ad essere calmi, a gestire la rabbia e a vivere armoniosamente in uno dei climi più rigidi del mondo e spesso con risorse limitate. L’atteggiamento rilassato dei genitori, dunque, alla lunga paga e anche dopo anni questo popolo è ancora in grado di essere in pace con se stesso e con gli altri e ritiene la gentilezza una qualità fondamentale nella quotidianità della vita.
Un insegnamento davvero potente anche se per niente semplice da applicare. Che ne pensate?
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Francesca Biagioli