Donatori di coccole: all’ospedale Maggiore di Parma c’è un team che regala carezze e abbracci ai neonati ricoverati

I neonati, si sa, hanno bisogno di amore, coccole e cure delicate e questo è ancora più vero se si tratta di prematuri o bambini con quadri clinici complicati. All’ospedale Maggiore di Parma c’è un team di volontari che si occupano delle loro esigenze, regalando carezze e abbracci quando non sono presenti i genitori.

I neonati, si sa, hanno bisogno di amore, coccole e cure delicate e questo è ancor più vero se si tratta di prematuri o bambini con quadri clinici complicati. All’ospedale Maggiore di Parma c’è un team di volontari che si occupano delle loro esigenze, regalando carezze e abbracci quando non sono presenti i genitori.

A Parma dal 2016 è attiva l’associazione Donatori di coccole che opera nel reparto di neonatologia dell’ospedale Maggiore fornendo il suo prezioso servizio fatto di amore e attenzione speciale verso i piccoli pazienti, nei momenti in cui non ci sono altre persone ad occuparsi di loro.

Non  solo abbracci e carezze ma anche canzoncine, ninne nanne, bagnetti e pappa. I 16 volontari attualmente operativi nell’ospedale 3 volte a settimana si prendono cura di tutti i bambini che non possono lasciare la struttura per motivi di salute. Un contatto fisico che ormai è riconosciuto essere particolarmente benefico per i neonati.

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I donatori di coccole diventano tali dopo aver seguito un corso e successivamente operano seguendo le indicazioni che gli forniscono i medici e gli infermieri. E questo è molto importante dato che i neonati ricoverati nel reparto hanno spesso esigenze particolari.

Come ha dichiarato Serafina Perrone, direttrice della struttura:

“I bambini che sono da noi presentano quadri clinici complessi e per questo per loro sono necessarie attività complesse, dunque la presenza il più possibile continua rappresenta un supporto importante per permettere l’acquisizione di autonomia e stimolare lo sviluppo neuromotorio, per il quale il contatto e la relazione sono fondamentali”.

Non vi sembra un’esperienza di volontariato meravigliosa? Non a caso l’iniziativa si sta diffondendo anche in altre strutture in Italia e nel mondo.

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Francesca Biagioli

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