L'inquinamento atmosferico ha gravi conseguenze sulla salute dei bambini, i consigli di pediatri ed esperti per tutelarli
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L’inquinamento sta facendo molti danni alla nostra salute e soprattutto a quella dei bambini. Proprio per cercare di arginare questo fenomeno, pediatri e neonatologi sono scesi in campo con un documento di consenso nel quale si trovano diverse proposte concrete. Fondamentali anche alcuni consigli che tutti i genitori possono subito mettere in pratica per tutelare la salute dei propri figli.
Gli effetti dell’inquinamento ambientale sono sotto gli occhi di tutti e, nel caso dei bambini, diverse ricerche nel corso degli anni hanno evidenziato le possibili gravi conseguenze di una esposizione precoce allo smog. Alcuni studi hanno collegato ad esempio l’inquinamento a disturbi dello sviluppo neurologico, all’obesità infantile, a compromissione della funzione polmonare, ad asma e otite media.
(Leggi anche: Dall’asma alla nascita prematura, gli effetti collaterali dell’inquinamento atmosferico sui bambini fin dall’utero).
Gli effetti più nocivi si evidenziano, secondo gli esperti, nei primi 1000 giorni di vita, ovvero dalla nascita fino ai 2 anni. Questo in quanto si tratta di un periodo cruciale per il corretto sviluppo degli organi, sui quali purtroppo le particelle inquinanti vanno ad agire.
Per cercare di dare un contributo alla lotta contro l’inquinamento ambientale, le principali società scientifiche e associazioni in ambito pediatrico e neonatologico hanno stilato un documento di consenso.
Sul documento si legge:
I bambini sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi (ad esempio, i polmoni e il sistema nervoso centrale) sono ancora in fase di maturazione; possono passare molto tempo all’aperto, giocando e facendo attività fisica in aria potenzialmente inquinata; sono soggetti a un lungo periodo di esposizione agli inquinanti. Oltre alla qualità dell’aria all’esterno può essere rilevante la qualità dell’aria negli ambienti confinati (quali abitazioni, scuole, palestre, aree di aggregazione, luoghi di lavoro) dove i bambini e le donne in gravidanza possono trascorrere buona parte della loro giornata e l’esposizione agli inquinanti indoor è rilevante per quantità e durata. Il presente documento si focalizza sull’esposizione outdoor.
Nello specifico, l’Associazione Culturale Pediatri (Acp) e il Gruppo Pediatri Per Un Mondo Possibile, la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), la Società Italiana di Medicina Perinatale (Simp), la Società Italiana di Neonatologia (Sin) e la Società Italiana di Pediatria (Sip) si impegnano a guidare il cambiamento, ricordando ovviamente che questo va fatto sia a livello nazionale (con la collaborazione del Governo) sia a livello individuale.
Su questo ultimo aspetto, il progetto “i Primi 1000 giorni” ha stilato un elenco di consigli per i genitori.
Come limitare l’esposizione all’inquinamento atmosferico dei bambini
Questi i consigli degli esperti:
- Informarsi sui livelli di inquinamento della città in cui si vive: con una attenzione particolare ai livelli di PM10 e ozono estivo. Si può fare consultando i siti delle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale. In base a questi dati, evitare di far uscire i bambini (soprattutto se affetti da patologie respiratorie), nei giorni in cui livelli di inquinamento sono molto alti.
- Camminare di più con i bambini: negli orari giusti e scegliendo percorsi senza traffico o con traffico minimo. Per portarli a giocare al parco o fare sport all’aria aperta, è bene scegliere sempre di passare per zone meno inquinate e in strade poco trafficate.
- Frequentare scuole e attività nella propria zona: in modo da potersi muovere il più possibile a piedi o in bicicletta.
- In estate evitare attività all’aria aperta negli orari centrali: dalle 12 alle 16, infatti, i livelli di ozono sono molto elevati soprattutto nei parchi, nelle aree periferiche ed extraurbane. Nel periodo estivo, dunque, è bene svegliarsi presto, approfittando delle prime ore della mattina per uscire, quando i livelli di ozono sono più bassi.
- D’inverno, al contrario, meglio uscire nelle ore più calde. Spiegano infatti gli esperti che “con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili“.
- Mangiare molta frutta e verdura, alimenti ricchi di antiossidanti.
- Attenzione alle emissioni della propria automobile: purtroppo i bambini inalano anche le emissioni dell’auto di famiglia le cui concentrazioni sono maggiori all’interno dell’abitacolo rispetto a quelle presenti nell’aria esterna. Un altro buon motivo per muoversi il più possibile a piedi.
L’impegno dei pediatri
In generale, migliorare la qualità dell’aria e di conseguenza la salute pubblica è possibile con interventi sulle infrastrutture: edifici scolastici, pedonalizzazione delle strade in prossimità delle scuole, creazione di percorsi ciclabili, sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane e altro.
Altrettanto importante però è il ruolo delle società sopracitate, formate da pediatri ed esperti che si trovano a contatto diretto con le famiglie e che, come si legge nel documento di consenso, si impegnano su diversi fronti.
Migliorare conoscenze e competenze
In particolare su:
- Riconoscimento e gestione degli effetti sulla salute dell’esposizione agli inquinanti atmosferici.
- Corretta raccolta dell’anamnesi per determinare il rischio individuale di esposizione ad inquinanti atmosferici.
- Azioni efficaci che possono essere adottate sia a livello politico (nazionale e locale) che a livello individuale, per ridurre l’esposizione agli inquinanti atmosferici.
- Modalità di comunicazione del rischio ambientale e delle azioni che possono essere intraprese per mitigare gli effetti dell’esposizione all’inquinamento.
Diffondere informazioni che aumentino la consapevolezza delle persone
In particolare veicolare informazioni sulle azioni che possono essere realizzate a livello politico (sia nazionale che locale) per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Informare sui pericoli dell’inquinamento atmosferico
Non solo informare sui pericoli ma anche aiutare a proteggersi, soprattutto se ci si trova in particolari condizioni cliniche che possono essere causate o peggiorare con l’inquinamento atmosferico e in caso di residenza in aree molto inquinante. Il tutto dovrebbe essere correlato da consigli pratici per ridurre l’esposizione come ad esempio limitare l’uso dell’auto privata a favore di una mobilità sostenibile ma anche informare le famiglie che è possibile monitorare le previsioni giornaliere sui livelli di inquinamento nelle diverse ore della giornata.
Promuovere le tematiche affrontate nel documento
Promuovere le tematiche ma anche gli impegni assunti presso altre società scientifiche che si occupano della salute di donne e bambini.
Adottare per primi i comportamenti corretti
Dare quindi il buon esempio considerando che pediatri e neonatologi sono punti di riferimento importanti per le famiglie.
Incoraggiare il cambiamento anche altrove
Ad esempio nei luoghi di lavoro e più in generale nel Sistema Sanitario Nazionale.
Diffondere le iniziative
Si tratta di divulgare le iniziative sia a livello locale che nazionale per migliorare la qualità dell’aria, indicando alle famiglie le risorse pertinenti.
Realizzare attività di advocacy a livello politico e normativo
Ad esempio spingere per adeguare all’età pediatrica gli attuali valori di riferimento per legge dei principali inquinanti atmosferici.
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Fonte: Primi 1000 giorni
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