Dislessia: come riconoscerla e cosa si può fare

La dislessia è un disturbo del neurosviluppo di origine genetica. Si tratta della difficoltà da parte della persona di decodificare un testo ovvero di leggerlo e interpretarlo correttamente. Questo problema fa parte di un insieme di altri disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) tra cui la disortografia, la disgrafia e la discalculia, in alcuni casi presenti in contemporanea.

La dislessia è un disturbo del neurosviluppo di origine genetica. Si tratta della difficoltà da parte della persona di decodificare un testo ovvero di leggerlo e interpretarlo correttamente. Questo problema fa parte di un insieme di altri disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) tra cui la disortografia, la disgrafia e la discalculia, in alcuni casi presenti in contemporanea.

Dalle ultime statistiche sembra che Italia il 3-4% della popolazione soffra di disturbi dell’apprendimento. È importante sottolineare però che la dislessia, per quanto possa rendere la vita più faticosa, non influisce affatto sull’intelligenza o altre capacità della persona. Un esempio per tutti è la storia di Anthony Hamilton che vi abbiamo raccontato qui.

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Bambini e ragazzi dislessici fanno più fatica di altri a leggere e scrivere, impiegano più energie nello studio, si stancano prima, commettono un maggior numero di errori ortografici e tendono a distrarsi facilmente. In alcuni casi è bene sostenerli anche a livello psicologico dato che i piccoli, soprattutto nel contesto scolastico, si sentono più fragili e in difficoltà degli altri.

COME RICONOSCERE LA DISLESSIA

Generalmente sono gli insegnanti a segnalare ai genitori eventuali problemi dei bambini nella fase di apprendimento. Ci si accorge ad esempio di una lettura con troppi errori o eccessivamente lenta e di una scrittura incerta con eccessivi problemi di ortografia. Un altro segnale da tenere monitorato per un periodo dai maestri è la difficoltà a concentrarsi, in particolare in attività che richiedono memoria, calcolo o utilizzo di lingue straniere.

I dubbi devono essere confermati da una valutazione specialistica in grado di capire se e quale disturbo dell’apprendimento è eventualmente presente. Per capire se si tratta proprio di dislessia vengono effettuati dei test specifici. È possibile richiedere aiuto alla propria ASL di appartenenza o a liberi professionisti specializzati nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento. La diagnosi di dislessia può essere effettuata a partire dalla fine della seconda elementare, può sembrare tardi ma in effetti i bambini hanno tempi differenti nell’apprendimento di scrittura e lettura e solo intorno agli 8 anni è possibile distinguere un bambino più lento da uno dislessico.

dislessia come si vede

Foto: AID

La AID (Associazione italiana dislessia) elenca poi degli indicatori precoci che possono essere individuati già a partire dai 4-5 anni:

Difficoltà comunicative linguistiche:

– scarsa conoscenza delle parole e dei significati;
– difficoltà con filastrocche e frasi in rima;
– scarsa capacità di costruzione della frase;
– problemi di memoria nell’apprendere le parole.

Difficoltà motorio-prassiche:

– scarsa capacità di disegno, sia nella rappresentazione che nella riproduzione di figure geometriche;
– scarsa manualità sia fine che globale.

Difficoltà uditive e visuo-spaziali:

– difficoltà nel ripetere e individuare toni, suoni, sillabe e parole simili;
– scarsa capacità di organizzazione in giochi di manipolazione e labirinti;
– difficoltà nel ritagliare o nel costruire.

Indicatori di DSA alla fine della prima elementare:

Difficoltà nella lettura:

– Lenta decifrazione delle singole lettere;
– incertezza nell’utilizzo delle sillabe;
– scarso controllo del significato delle parole.

Difficoltà nella scrittura:

– Scarsa autonomia nella scrittura delle parole;
– sostituzioni o elisioni di lettere;
– difficoltà nell’atto della scrittura.

Difficoltà nell’uso dei numeri:

– Errori nel conteggio da 0 a 20;
– errori nel passaggio dalla pronuncia alla scrittura dei numeri da 0 a 20;
– difficoltà nel calcolo a mente entro il 10.

Alcuni bambini o ragazzi con un DSA possono avere delle difficoltà di coordinazione, di motricità fine, di organizzazione delle attività e delle sequenze temporali. Può capitare che lo stesso bambino manifesti più di un disturbo specifico dell’apprendimento e spesso i DSA sono associati a disturbi dell’attenzione.

COSA FARE

Dopo aver avuto una diagnosi di dislessia, il bambino avrà bisogno di aiuto e sostegno per affrontare lo studio. Esistono specialisti in grado di aiutare a fare i compiti utilizzando strumenti e tecniche per agevolare i piccoli. A seconda della situazione verranno consigliati i trattamenti più efficaci che ovviamente devono essere personalizzati considerando tutte le specifiche del bambino. In alcuni casi poi si consiglia anche di seguire alcuni trattamenti proposti da un logopedista.

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Esistono ad esempio degli strumenti compensativi per le persone affette da dislessia che possono aiutare l’autonomia dello studente così come fanno gli occhiali per chi soffre di vista. Molti strumenti di questo tipo si possono utilizzare lavorando e studiando al pc ma vanno comunque sempre affiancati ad una didattica mirata e ad altre strategie e percorsi di studio pensati ad hoc.

Anche la scuola deve collaborare. Una volta appurata la presenza del disturbo deve essere fatto un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per lo studente in base alle indicazioni fornite dagli specialisti. Generalmente, quando si percorre la strada giusta e su più fronti, i miglioramenti si vedono in breve tempo.

Per conoscere meglio la dislessia e gli altri disturbi dell’apprendimento, rivolgetevi alla sede dell’Associazione Italiana Dislessia più vicina a casa vostra che vi potrà aiutare con tante informazioni utili e sostegno.

Francesca Biagioli

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