Cosa succede al cervello dei bambini affetti da dislessia quando leggono, lo studio

Non è facile scandire i suoni per i bambini affetti da dislessia. I neuroscienziati cognitivi, hanno scoperto la causa del deficit

Non è facile scandire i suoni per i bambini affetti da dislessia. I neuroscienziati cognitivi, utilizzando la risonanza magnetica, hanno scoperto un deficit biologico per i giovani lettori che apprendono l’abilità di scandire le parole.

Per anni, competenti e istruiti insegnati di scuola elementare insieme a genitori con le migliori intenzioni hanno ripetuto ai piccoli che si approcciavano alla lettura di scandire bene ciò che leggevano.

Ma che succede se un bambino non può? Che succede se qualcosa nel cervello del bambino sta bloccando i suoi sforzi per riuscire a svolgere questo comando apparentemente semplice? 

Uno studio condotto dai neuroscienziati cognitivi del Brain and Mind Institute ha osservato il cervello dei bambini grazie alla risonanza magnetica e ha scoperto una deficienza biologica che in alcuni piccoli danneggia la loro abilità di scandire le parole. Di fatto, è stato confermato quanto si ipotizzava già da tempo.

Ora abbiamo una comprensione molto maggiore di come la struttura di un cervello in crescita si rifletta nello sviluppo delle abilità del bambino negli ambiti della lettura, del linguaggio, della matematica – spiega Marc Joanisse, autore dello studio. – Certamente ogni bambino è unico, ma ora sappiamo cosa succede per la maggioranza dei bambini affetti da disabilità nella lettura. Una soluzione potrebbe essere un allenamento ‘one-to-one’ allo scandire le parole: si è osservato infatti che approcci misti o con tre impulsi (un metodo molto diffuso che prevede la combinazione di semantica, sintattica e simboli per permettere ai piccoli lettori di identificare le parole) sono inefficaci nell’aiutare i bambini a imparare a leggere – ancora di più se si lavora con bambini con difficoltà.

dislessia

@Science Direct

Lo studio ha evidenziato come i bambini usino un’ampia rete di aree del cervello per riuscire a leggere: mentre gli educatori provano a scomporre le abilità necessarie alla lettura (memoria, linguaggio, attenzione, vista…), imparare a leggere richiede un coordinamento sinergico fra di esse. Dopo l’osservazione del cervello dei bambini con la risonanza magnetica, i ricercatori hanno analizzato la complessa struttura cerebrale e hanno messo a confronto i dati raccolti dall’osservazione dei vari giovani lettori.

Comprendere come funziona il cervello è fondamentale per aiutare i bambini con disturbi come la dislessia – anche se c’è ancora molto lavoro da fare per ripensare la didattica finora utilizzata e introdurre nuove metodologie di insegnamento più funzionali.

Grazie a questo studio siamo riusciti a capire cosa ci sia dietro a un deficit della lettura: i bambini con dislessia hanno specifiche difficoltà di apprendimento nell’associare le lettere ai suoni e, conseguentemente, hanno problemi a scandire le parole che leggono.

Fonte: Science Direct

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