In casa, scuole chiuse e monitor accesi a tentare di avere un minimo di continuità didattica: in questi mesi i nostri bimbi le stanno sperimentando davvero tutte, ma con la didattica a distanza, la famigerata DaD, sembra che dovremo fare i conti ancora per parecchio tempo. E se ci inventassimo un modo per farla almeno diversamente?
Questa è la storia (meravigliosa) di Fiammetta Melis, 10 anni, che con le scuole chiuse causa zona rossa (la Provincia di Trento lo è dal 15 marzo), segue il papà sull’alpeggio alla Rocca di Samoclevo dove allevano 350 capre autoctone e producono formaggio. E lei studia en plein air con vista sulla Val di Sole, in Trentino.
Leggi anche: Anche in Italia arriva la scuola all’aperto: in Val Versa gli studenti fanno lezione nella natura anziché online
Siamo a Terzolas, in provincia di Trento, la bimba, ora in quarta elementare, porta con sé il suo computer portatile, un tavolino, quaderni e penne e se ne va lì, in alpeggio, a quasi 1000 metri di altezza, tra i monti su cui è nata. Da quando le scuole sono chiuse causa zona rossa, Fiammetta deve seguire il papà Massimiliano nel suo luogo di lavoro e così la sua aula diventa il pascolo dove vengono allevate più di 300 capre autoctone (passirie e mochene) e sarde.
Proprio la Sardegna è il territorio di origine di Massimiliano: ex operaio edile, ha fatto la scelta di tornare alle sue origini. Da tre anni ha sposato la passione per terra e animali che già aveva nel DNA grazie ai propri nonni. D’inverno, tiene i propri animali in due masi vicino alla Rocca medievale di Samoclevo. D’estate ha due malghe tra Dimaro e Terzolas. Grazie al latte delle sue capre riesce a produrre prelibati formaggi e ricotte dai profumi particolari. Merito dell’alimentazione naturale, completamente priva di mangimi.
“Fiammetta è molto brava a scuola e l’ambiente montano le insegna l’importanza di adattarsi. I problemi logistici li risolviamo grazie all’hotspot del telefonino. Per fortuna la connessione è buona in Val di Sole”, racconta Massimiliano.
Sua figlia vive con straordinaria capacità di adattamento questo momento di lontananza dalla scuola: “Riesce a studiare con le maestre al computer. E, quando serve, mi aiuta con gli animali. In fondo, sono due strumenti di apprendimento molto diversi tra loro ma entrambi molto utili per la crescita di una bambina”.
Che bella storia! Il coronavirus ci ha costretti a ripensare agli spazi e al modo di imparare e insegnare. L’educazione all’aperto potrebbe essere in grado di garantire il distanziamento sociale e offrire un modello per l’istruzione diverso, quello in cui tutti – nessuno escluso – imparare a stare nel mondo. Eliminando una volta per tutte quello che DaD rischia di rendere sempre più grande: il distacco emotivo dei nostri bambini.
Leggi anche: