Attenzione al clorato: allerta dell’Efsa per i bambini con carenza di iodio

Bimbi con carenza di iodio, attenzione al cloro contenuto in alcuni alimenti, come frutta a verdura surgelati e acqua potabile. A lanciare l'allerta è stata l'Efsa. L'European Food Safety Authority a seguito di una richiesta della Commissione europea, ha espresso un parere scientifico sui rischi per la salute pubblica legati alla presenza di clorato nel cibo

Bimbi con carenza di iodio, attenzione al clorato contenuto in alcuni alimenti, come frutta a verdura surgelati e acqua potabile. A lanciare l’allerta è stata l’Efsa. L’European Food Safety Authority a seguito di una richiesta della Commissione europea, ha espresso un parere scientifico sui rischi per la salute pubblica legati alla presenza di clorato nel cibo.

A occuparsene è stato il gruppo di esperti sui contaminanti nella catena alimentare (gruppo CONTAM).

Cos’è il clorato (ClO3-)? Si tratta di sottoprodotto dell’uso di cloro e biossido di cloro per la disinfezione dell’acqua potabile per la produzione alimentare e per le superfici che vengono a contatto con gli alimenti.

Viene anche usato per il lavaggio degli alimenti di origine vegetale in alcuni stati mentre non può essere usato per gli alimenti di origine animale nell’UE. Quest’ultima non ha fissato livelli massimi di clorato nell’acqua potabile ma l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito un livello di guida per il clorato nell’acqua potabile di 0,7 mg/l.

La fonte principale di clorato nella dieta è dunque l‘acqua potabile, che contribuisce fino al 60% dell’esposizione per i neonati. Dalle analisi dell’Efsa è emerso che in frutta e verdura i livelli di clorato erano superiori a 0,01 mg/kg.

Prendendo come riferimento il valore indicato dall’Oms, pari a 0,7 milligrammi per chilogrammo, e applicandolo a tutti gli alimenti trattati dalla legislazione UE, lo studio ha mostrato che se tale valore fosse utilizzato come tenore massimo negli alimenti per valutarne l’esposizione al clorato, le esposizioni scenderebbero di poco.

Di conseguenza, ciò non ridurrebbe il potenziale rischio. “Tuttavia, nell’improbabile ipotesi che i tenori di clorato in tutti gli alimenti e nell’acqua potabile fossero pari a 0,7 mg/kg, l’esposizione alimentare sarebbe sostanzialmente superiore ai livelli attualifa notare HelpConsumatori.

Sulla base delle informazioni disponibili, il gruppo CONTAM ha stimato che nel lungo periodo l’esposizione può inibire l’assorbimento dello iodio.

Per l’Efsa, infatti:

“I feti e i neonati, persone con bassa assunzione di iodio o geneticamente predisposte a sviluppare ipotiroidismo, sono potenzialmente più suscettibili a questi effetti”

Inoltre un elevato apporto di clorato durante un unico giorno può limitare la capacità del sangue di assorbire l’ossigeno. Per questo, l’Efsa ha indicato come livello di sicurezza l’assunzione giornaliera di clorato pari a 36 µg/kg di peso corporeo.

Francesca Mancuso

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