SIDS, conosciuta anche come sindrome della morte in culla, una condizione che spaventa molto i genitori e di cui non si conoscono bene ancora tutti i meccanismi. Un nuovo studio australiano, però, potrebbe aver confermato la causa scatenante.
SIDS, conosciuta anche come sindrome della morte in culla, una condizione che spaventa molto i genitori e di cui non si conoscono bene ancora tutti i meccanismi. Un nuovo studio australiano, però, potrebbe aver confermato la causa scatenante.
Per SIDS si intende l’improvvisa morte di un neonato di età inferiore ai 12 mesi le cui cause non possono essere spiegate neppure dopo un’indagine approfondita.
Una nuova ricerca in merito, condotta presso l’Ospedale dei Bambini di Boston e Harvard Medical School e pubblicata sul Journal of Neuropathology & Neurology Experimental, ha trovato un collegamento tra morte infantile e chimica del cervello. Lo studio, il primo nel suo genere, ha confermato infatti un legame tra la serotonina che si trova nel cervello e i bambini morti di SIDS.
Fiona Bright, dottoranda presso l’Università di Adelaide, ha analizzato 41 casi australiani di morti per SIDS scoprendo anomalie sorprendenti nei livelli di serotonina (sostanza chimica che regola il sonno e controlla il sistema cardiovascolare e respiratorio).
La teoria è stata precedentemente dimostrata in uno studio americano sulla SIDS, ma è la prima volta che vengono analizzati e studiati anche casi di SIDS australiani.
“La nostra ricerca è significativa perché ha confermato che le anomalie nella serotonina nel cervello sono sicuramente legate ai casi di SIDS. Questo aiuta a sostenere i risultati della ricerca americana” ha dichiarato la dottoressa Bright.
Lo studio dona nuova speranza alle famiglie che potrebbero avere a breve una possibilità concreta per evitare di trovarsi in questa drammatica situazione. Si spera infatti che la ricerca possa essere utile a sviluppare un “test di screening” per determinare i livelli di serotonina nel cervello del bambino alla nascita e prevenire così una possibile morte prematura ed improvvisa.
La ricerca potrebbe rappresentare dunque un passo positivo importante per far sì che la tragedia delle morti in culla diventi solo un triste ricordo del passato.
Non è un caso che questo studio, finanziato dalla River’s Gift (associazione che supporta la ricerca in merito alla SIDS) sia stato realizzato proprio in Australia. Questa nazione ha infatti tassi di mortalità infantili tre volte più elevati rispetto a quelli di altri paesi sviluppati. Vi avevamo parlato già dell’idea di donare gratuitamente alle mamme la Pepi-Pod, una specie di vaschetta che crea una barriera protettiva per il bambino nel lettone, un mezzo concreto per limitare i casi di SIDS.
Nell’attesa di avere qualche test che possa prevedere quali bambini siano più a rischio SIDS, vi ricordiamo le buone regole da seguire per evitare il più possibile un’eventuale morte in culla:
- Far dormire sempre il bambino in posizione supina (a pancia in su) nella culla o nel lettino, meglio se nella stessa stanza dei genitori
- Posizionare il piccolo con i piedi sul fondo della culla in modo da evitare che scivoli sotto le lenzuola
- Evitare che l’ambiente sia troppo caldo, la temperatura ideale è quella intorno a 20 gradi
- Evitare vestiti e coperte troppo pesanti che facciano sudare il bambino
- Usare un materasso della misura adatta a culla e lettino non troppo morbido
- Evitare di far dormire il bambino su divani, cuscini o con vicino peluche, paracolpi molto imbottiti o giocattoli soffici
- Non usare il cuscino
- Evitare il bed sharing
- Non fumare in casa
- In alcuni paesi viene raccomandato l’uso di ciuccio
È stato dimostrato, infine, che i bambini allattati al seno sono meno a rischio SIDS.
Francesca Biagioli
Leggi anche: