Carenza di vitamina D nei bambini: come prevenirla e curarla

I nostri bambini trascorrono troppo tempo chiusi in casa quando invece dovrebbero passare buona parte della loro giornata all’aria aperta per poter godere dei benefici della luce solare. Risultato? 6 bambini su 10 sono carenti di vitamina D.

La carenza di vitamina D nei bambini è diventata una vera e propria pandemia a livello globale, tanto che moltissimi pediatri prescrivono integratori ai bimbi almeno fino ai 5 anni di età.

Gli esperti della Società italiana di pediatria avvisano: i bambini di oggi soffrono di carenza di vitamina D, sostanza fondamentale per fissare il calcio e dunque per la salute delle ossa. Ma perché?

La risposta è molto semplice i nostri piccoli trascorrono troppo tempo chiusi in casa a guardare la televisione, a giocare ai videogiochi, ecc. quando invece dovrebbero passare buona parte della loro giornata all’aria aperta per poter godere dei benefici della luce solare.

Come è ormai noto, infatti, con l’aiuto dei raggi del sole adulti e bambini sono in grado di sintetizzare la vitamina D grazie alla mediazione del deidrocolesterolo, un derivato del colesterolo che si trova nella pelle.

Secondo le ultime statistiche sembra che ben 6 bambini su 10 ne siano carenti, chi in forma lieve chi invece in maniera più seria.

Ecco allora che le più importanti società di pediatria a livello nazionale hanno ritenuto necessario stilare un documento dal titolo “Vitamina D in età pediatrica” (destinato ai pediatri ma utile a tutti) che illustra raccomandazioni mirate a prevenire la carenza di questa vitamina nella fascia di età che vai da 0 a 18 anni.

La Consensus sulla vitamina D in età pediatrica è stata promossa dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (SIPPS), in collaborazione con la Federazione Medici Pediatri (FIMP).

Si parte dal presupposto che è molto importante avere buone dosi di vitamina D nella fase della crescita perché è proprio in questo periodo che si gettano le basi per una giusta mineralizzazione delle ossa con conseguenze e ripercussioni in età adulta. Ma non solo, secondo Giovanni Corsello, presidente Sip, La vitamina D è utile anche ad altre funzioni:

“Nei primi due anni di vita la vitamina D è essenziale non soltanto per la sua attività sullo scheletro (parliamo di una fase di crescita rapida), ma anche perché interviene nello sviluppo del sistema immunitario intestinale, proteggendo il bambino dalle allergie”.

Come prevenire e curare una carenza di vitamina D nei bambini

vitamina D carenza

@123rf.com

Come è ormai chiaro è molto importante per i bambini, ma anche per gli adulti, trascorrere ogni giorno del tempo all’aria aperta. Soprattutto se è una bella giornata di sole. Ideale sarebbe passeggiare in montagna, fare una gita al mare o in mezzo al verde. Quando ciò non è possibile si può comunque godere di quel po’ di sole che offre la giornata o anche delle nuvole (il sole infatti c’è lo stesso e anche se in maniera più fievole agisce ugualmente).

Secondo gli esperti sarebbe comunque sufficiente un’esposizione di 30 minuti 3 volte a settimana, importante però che il sole colpisca viso, braccia e gambe.

Dato che la vitamina D che ricaviamo dagli alimenti è una percentuale davvero bassa (si parla del 10% sul totale) è frequente che il pediatra suggerisca, in caso di carenza o in fase di prevenzione nei periodi autunno-invernali, l’assunzione di un integratore di vitamina D da far assumere al bambino o alla mamma se si tratta di neonati allattati al seno.

Importante poi che i bambini consumino alimenti che contengano calcio. Famosi per questo latte e latticini su cui però ci sono diversi dubbi in quanto all’effettiva capacità del nostro organismo di utilizzare quel calcio, ma anche in tanti alimenti vegetali come mandorle, semi di sesamo, ecc. QUI i 10 alimenti vegetali più ricchi di calcio.

Infine è importante anche che i bambini facciano attività fisica e abbiano in generale uno stile di vita sano. Il sovrappeso e l’obesità infatti sono nemici anche della vitamina D che essendo liposolubile rimane “incastrata” nei depositi di grasso non riuscendo ad arrivare agli organi che ne hanno bisogno.

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