Ricordate la storia dei cappotti legati ai lampioni dai bambini di Halifax, in Canada, affinché i senzatetto della città avessero qualcosa con cui scaldarsi? Ebbene, quel gesto di spontanea solidarietà sembra proprio aver fatto scuola, ispirando un’esperienza analoga in Florida, portata avanti con altruismo e allegria da un gruppo di piccoli e dai loro genitori.
Ricordate la storia dei cappotti legati ai lampioni dai bambini di Halifax, in Canada, affinché i senzatetto della città avessero qualcosa con cui scaldarsi? Ebbene, quel gesto di spontanea solidarietà sembra proprio aver fatto scuola, ispirando un’esperienza analoga in Florida, portata avanti con altruismo e allegria da un gruppo di piccoli e dai loro genitori.
Siamo ad Apopka, una piccola città a nord di Orlando, dove gli inverni sono molto meno rigidi che in Canada, anche se, tra dicembre e febbraio, le temperature possono scendere fino quasi allo zero, soprattutto nelle ore notturne. E chi vive in strada, senza una casa o un riparo, è, come è ovvio, molto più esposto di chiunque altro al freddo e alle intemperie.
Per questo, i bambini hanno deciso di mobilitarsi in favore dei senzatetto: hanno raccolto un centinaio tra maglioni e cappotti e li hanno legati ai lampioni della cittadina, accompagnandoli con un biglietto che recita: “Non mi sono perso. Se sei rimasto fuori al freddo, per favore, prendimi per mantenerti al caldo.”
L’idea di replicare l’esperienza vissuta qualche mese fa dai bambini di Halifax è venuta ad una mamma attiva in parrocchia, Jenny Tarr LeMieux, che ha coinvolto gli amici della sua bambina e i loro genitori sia nella raccolta e nell’etichettatura dei capi di abbigliamento, che nella spedizione di beneficenza lungo le strade di Apopka.
“La tempistica è stata fantastica.” – ha raccontato Jenny – “Le bambine hanno potuto osservare da una breve distanza le persone che trovavano gli indumenti, leggevano il biglietto e poi cercavano il cappotto o il maglione che più si avvicinava alla loro misura. Avevamo tutti un sorriso che andava da un orecchio all’altro, perché sapevamo che, per qualcuno, quel giorno sarebbe stato un po’ più caldo.”
“La parte che ho preferito di tutta la preparazione e la distribuzione” – continua ancora Jenny – “è stata la raccolta dei cappotti da amici e parenti e il coinvolgimento delle bambine nella scrittura delle etichette. È stato un ottimo modo per far sì che i bambini partecipassero in modo attivo ad un progetto in favore degli altri e, nello stesso tempo, comprendessero l’importanza di compiere gesti casuali di gentilezza.”
E, come accaduto ai bambini di Halifax, anche quelli di Apopka hanno potuto vivere una giornata davvero diversa, imparando qualcosa di più sulla generosità e sulla solidarietà e regalando un sorriso e un po’ calore umano a chi non ha una casa a cui fare ritorno.
Lisa Vagnozzi
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