I cambiamenti climatici faranno estinguere i maschietti?

Una nuova ricerca suggerisce che il riscaldamento globale potrebbe avere un profondo impatto sugli esseri umani, cambiando il rapporto tra uomini e donne

Adieux popolo maschio! Se continua così, il globo terracqueo sarà abitato solo dalle donne (apoteosi estrema, oibò, del potere in gonnella). E già, perché i cambiamenti climatici, il surriscaldamento globale, il meteo che continua a giocare a yo-yo rimoduleranno, pare, il rapporto maschi-femmine: se l’andazzo sarà ancora questo, non ci sarà più posto per il sesso forte (che poi così forte, dunque, non si mostrerà).

I cambiamenti del clima, in pratica, potrebbero chiudere il divario di genere o far pendere la bilancia solo da una parte. Quella femminile.

Ad avanzare questa ipotesi è uno studio condotto in Giappone, secondo il quale il cambiamento climatico potrebbe avere il nefasto effetto di causare la morte dei feti di sesso maschile e, di conseguenza, la riduzione del numero di maschi nati. Gli scienziati dell’M & K Health Institute di Ako hanno messo in evidenza una relazione tra le temperature sempre più calde e il numero aborti spontanei di feti maschi.

Non bastano, quindi, la fame nel mondo, la scomparsa di alcuni cibi o, peggio che andar di notte, mutazioni genetiche negli esseri umani. Il global warming ci mette del suo prima ancora che noi umani veniamo al mondo.

Lo studio, pubblicato nel numero di settembre della rivista medica Fertility and Sterility, è partito dal 1970, quando la temperatura in Giappone è cambiata in modo significativo e, contemporaneamente al cambiamento, sono nate molte più donne e molti meno maschi. Gli studiosi si sono poi concentrati sull’estate estremamente calda del 2010 e sull’inverno insolitamente molto rigido del 2011. Confrontando i dati dell’agenzia meteorologica del Giappone con il numero di aborti naturali, hanno notato che le nascite femminili sono aumentate maggiormente rispetto a quelle maschili (con un numero maggiore di aborti naturali).

Come si spiegano questi risultati? “È difficile spiegare perché, ma i nostri dati indicano che la ‘progettazione’ dei maschi è particolarmente vulnerabile ai fattori di stress esterni. Sappiamo per esempio che i forti fumatori partoriscono significativamente più ragazze rispetto alla media (studio di Fukuda ndr). Oppure, si può considerare che il tabacco è un ambiente stressante per il feto. Lo stesso si osserva con piloti da caccia – che hanno un lavoro stressante – hanno più ragazze che figli maschi“, dice Linn Salto Mamsen, co-autore dello studio, che va oltre: “Lo stress può causare aumento della secrezione di cortisone. Tuttavia, un aumento del livello di cortisolo misurato nella saliva delle donne prima del concepimento è associata ad un declino nella nascita di neonati maschi“.

Ma tutti gli studi sull’argomento, in realtà, non convergono e quello che va detto è che, in ogni caso, non ci sono prove scientifiche evidenti che mettano in correlazione clima e nascite. Quella dei giapponesi è soltanto un’ipotesi che ancora ha bisogno di molte verifiche.

Insomma, quel che è certo è che già il “semplice” inquinamento della nostra città e le tossine che svolazzano nell’ambiente circostante non fanno bene a noi, né tanto meno a un bimbo che una donna porta in grembo.

Germana Carillo

LEGGI anche:

Smog: 7 conseguenze dell’inquinamento sulla salute dei bambini

Cambiamenti climatici: 4 scenari possibili dell’aumento delle temperature (infografica)

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram