Tai’Kaiya Blaney, l’undicenne che fa tremare le compagnie petrolifere

Rio+20 ha potuto dare voce a giovani e giovanissimi, che, ancora una volta, come vent’anni orsono, si sono impegnati in prima persona a proporre di fronte ai ledere del pianeta e ad un vasto pubblico le proprie preoccupazioni riguardo all’ambiente ed allo stato attuale e futuro del Pianeta. Tra le giovani protagoniste della conferenza internazionale vi è stata Britney Trilford, la diciassettenne che con il proprio discorso ha aperto la prima giornata dell’Earth Summit, che ha ospitato però una voce ancora più giovane, quella dell’undicenne Tai’Kaiya Blaney

Rio+20 ha potuto dare voce a giovani e giovanissimi, che, ancora una volta, come vent’anni orsono, si sono impegnati in prima persona a proporre di fronte ai leader del pianeta e ad un vasto pubblico le proprie preoccupazioni riguardo all’ambiente ed allo stato attuale e futuro del Pianeta. Tra le giovani protagoniste della conferenza internazionale vi è stata Britney Trilford, la diciassettenne che con il proprio discorso ha aperto la prima giornata dell’Earth Summit, che ha ospitato però anche una voce ancora più giovane, quella dell’undicenne Tai’Kaiya Blaney.

Nel 1992, a stupire e commuovere il mondo era stata la sua quasi coetanea Seven Suzuki, allora dodicenne, che pronunciò un monologo che aveva al proprio centro la richiesta di un mondo migliore in cui vivere, zittendo il pubblico internazionale per 6 minuti, tanto quanto la durata del suo discorso. Anche Tai’Kaiya Blaney ha rinnovato quest’anno il desiderio di poter vivere in un mondo migliore, con particolare riferimento ai danni provocati dalle estrazioni petrolifere.

A soli undici anni infatti Tai’Kaiya Blaney viene già considerata un’attivista ambientale molto temuta dalle compagnie petrolifere, con particolare riferimento alla Enbridge, da uno dei cui oleodotti si sarebbero riversati in territorio canadese almeno 230 mila litri di greggio a causa di una falla che si sarebbe verificata di recente nella zona di Alberta. Enbridge si sarebbe rifiutata di accogliere un messaggio appositamente rivolto alla compagnia petrolifera dalla ragazzina quasi un anno fa, vietandole l’accesso all’interno di uno degli uffici della compagnia. Tai’Kaiya avrebbe semplicemente voluto consegnare una busta con un messaggio destinato ad Enbridge, ma le guardie di sicurezza non le avrebbero concesso il lasciapassare.

Tai’Kaiya Blaney in occasione di Rio+20 ha cercato di dare voce alla necessità delle future generazioni, e della propria, di poter vivere in un mondo che non venga devastato a causa della corsa all’oro nero da parte delle compagnie petrolifere. La giovane teme in particolare che presto mari ed oceani siano affollati da strutture volte all’estrazione del petrolio e completamente privi di forme di vita. Il suo messaggio è stato inoltre messo in musica ed affiancato ad un video che starebbe già commovendo il mondo e riguardo al quale le compagnie petrolifere farebbero bene a riflettere.

Fonte foto: Adoptanegotiator.org

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