Stereotipi nell’uso del linguaggio che vanno avanti a oltranza, manco stessimo nel 2021 e le cose potremmo pure cominciare a cambiarle.
Come devi rivolgerti a una persona nera che non hai mai visto in vita tua? Col “tu”, ovvio, e mantenendo i verbi all’infinito. E a un cinese? Senza mai mettere in mezzo la “r”, si sa che per loro un “glazie” cambia la giornata. Sembra scontato, tanto che pure sui libri di testo lo si insegna.
Stereotipi nell’uso del linguaggio che vanno avanti a oltranza, manco stessimo nel 2021 e le cose potremmo pure cominciare a cambiarle. A partire dalla scuola.
Ma va che, invece, dalle pagine di un libro delle ultime classi elementari esca fuori un dialogo tra la piccola Lee e i suoi compagni, che ci tengono a sottolineare come Lee dica sempre “Glazie, plego” o “facciamo plesto”.
Così, la bambina dai tratti orientali appare anche nel disegno sul sussidiario dei linguaggi Leggermente plus, di Giunti Del Borgo, che non si ferma e dice anche una cosa orripilante:
“Non si offende mai quando la prendiamo in giro”.
In che senso?
A sollevare il caso sui social è la professoressa Lala Hu, che insegna all’Università Cattolica di Milano.
“Non si offende quando la prendiamo in giro”
che ne sa @GiuntiEditore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati?A parte gli stereotipi sui bambini di origine cinese come esser bravi in matematica, “glazie, plego” e “facciamo plesto”?
E comunque non si chiamerebbe Lee. pic.twitter.com/hNPkWiQf5Y— Lala Hu (@LalaHu9) March 31, 2021
“Che ne sa @GiuntiEditore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati?, commenta la professoressa.
Lo sappiamo bene: i bambini molte volte sanno essere anche un po’ insensibili tra loro, mirando a fare la cosa superficiale che più sembra ricevere consensi in un determinato momento. Ma se anche un libro di testo lo dà come esempio, come la dobbiamo mettere?
Una causa può essere l’assenza di diversity nel settore dell’editoria. Con questo tipo di narrazione, continueremo a vivere di pregiudizi e di discriminazioni.
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