Prendendo spunto dall'albo illustrato di Rosen, A caccia dell’orso, ha preso il via una caccia all’orsacchiotto. Tutti i bimbi ne mettono uno alla finestra.
L’unica caccia all’orso che ci piace è in corso in tutto il mondo. Dagli States al Regno Unito passando per la Nuova Zelanda, stanno spuntando orsacchiotti di peluche da tutte le finestre. Si tratta di un’iniziativa ispirata al magnifico albo illustrato di Michael Rosen, A caccia dell’orso (We’re Going on a Bear Hunt). Purtroppo, in questo momento, l’autore inglese è ricoverato in terapia intensiva per coronavirus. L’hashtag #bearhunt è un omaggio anche a lui perché stia meglio.
Ma non solo. Un po’ come per gli elfi di Natale, la caccia dell’orso è un modo nuovo per essere vicino ai bambini in questo complicato momento storico. In questi Paesi ha preso infatti il via una vera e propria caccia all’orsacchiotto: tutti i bimbi ne mettono uno alla finestra per essere in qualche maniera meno distanti tra loro e bandire la noia.
Proprio come i nostri striscioni con gli arcobaleni, orsi di peluche appaiono dietro tutte le finestre nel tentativo di intrattenere i bambini isolati in questo tempo vuoto di coronavirus e restrizioni. Anche i bimbi possono sentire il peso di questa quarantena, assimilarne gli aspetti più scuri ed avere bisogno di rassicurazioni.
E così orsacchiotti di peluche stanno apparendo sui davanzali delle finestre di case e palazzi da Bluff ad Auckland, da Reykjavík a Chicago, a partire da quella della premier neozelandese Jacinda Ardern. Anche lei ha messo un orsacchiotto in finestra della Premier House a Wellington, dove si trova col fidanzato e la loro bambina Neve.
Prime Minister Jacinda Ardern endorses popular teddy bear hunt during coronavirus lockdown https://t.co/5I9ir4Cj5t
— Stuff (@NZStuff) March 25, 2020
Pian piano sono comparsi un po’ ovunque, soprattutto nei Paesi anglosassoni, e ora quei bellissimi orsi di peluche di ogni forma e dimensione su finestre e balconi e condivisi sui social rappresentano un altro semplice gesto che, proprio perché diffuso e condiviso, potrà presto trasformarsi in una nuova ondata di fiducia e speranza.
E di questo, ora, abbiamo estremo bisogno.
#bearhunt day 7 – the Aussies in the clan are on duty today pic.twitter.com/KdjyKH6ufq
— Stanley Bear (@stanleygiffiths) April 1, 2020
Like other cities around the world, Reykjavík residents have dealt with social distancing by putting #teddybears in their windows to cheer up their young ones. Children are encouraged to go for a walk in their neighbourhood and see how many teddy bears they can spot 🐻#bearhunt pic.twitter.com/yVsI1RsDst
— visitreykjavik (@visitreykjavik) March 26, 2020
Good morning Rabbits. As @MichaelRosenYes is not very well at the moment, we hope he gets better soon. We're off on a bear hunt! On your walk today we wonder how many teddies you might see looking out of the window. #bearhunt have you put a bear in your front window? Pics below pic.twitter.com/ejIMDKIx68
— St John’s Primary – Redhill (@StJohns_Redhill) April 2, 2020
A caccia dell’orso (We’re Going on a Bear Hunt) di Michael Rosen
La scelta dell’orsacchiotto non è caso, ma ci si è ispirati a un bellissimo albo illustrato, A caccia dell’orso di Michael Rosen (linkaffiliazione), che, attraverso mille peripezie, insegna a scacciare la paura.
Una famiglia parte alla ricerca di un orso ma, dopo aver attraversato un campo di erba frusciante, un fiume freddo e fondo, una pozza di fango, un bosco buio e fitto e una tempesta di neve che fischia, sarà l’orso a trovare la famigliola. Si tratta di un piccolo capolavoro della letteratura per l’infanzia, dove le immagini, il testo e la lettura condivisa daranno una grande lezione: come affrontare insieme ogni paura.
Michael is still poorly but continuing to improve. He has been able to eat today & will be getting a more comfortable oxygen mask soon. All good signs. He does know you've all been rooting for him with this lovely wave of support. Thanks again, Emma x @Underthecranes @J0e_R0sen
— Michael Rosen 💙💙🎓🎓 (@MichaelRosenYes) March 31, 2020
Fonte: Twitter
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