Un fatto orribile ha scosso la Polonia: un bimbo di 8 anni è morto dopo 35 giorni di agonia dopo essere stato picchiato e ustionato dal patrigno, senza essere soccorso per 5 giorni
Una vicenda impressionante sta scuotendo la Polonia e, purtroppo, ha a che fare con la categoria più indifesa: i bambini. Un piccolo di 8 anni di nome Kamil di Częstochowa è infatti morto dopo essere stato a lungo ricoverato presso il Centro di salute infantile dell’Alta Slesia. Qui era in coma farmacologico dal 3 aprile.
Tutto è iniziato il 29 marzo quando il piccolo era stato picchiato – presumibilmente dal patrigno – e ustionato con acqua bollente. Una violenza assurda e inspiegabile a cui ne è seguita un’altra: per cinque giorni nessuno ha chiamato un’ambulanza per soccorrerlo.
Non averlo soccorso per tempo ha influito sul decesso
Il Centro di salute infantile dell’Alta Slesia, dove era ricoverato, ha spiegato quanto il fatto di non averlo soccorso per tempo abbia influito sul decesso:
La causa immediata della morte del ragazzo è stata una progressiva insufficienza multipla degli organi. È stata causata da una grave malattia da ustione e da una grave infezione di tutto il corpo, provocata da estese ferite da ustione che non erano state curate per molto tempo. Kamilek è stato profondamente incosciente per tutta la durata della degenza in ospedale.
Il portavoce del Centro sanitario infantile dell’Alta Slesia, Wojciech Gumułka, ha rassicurato di come:
Non sapeva cosa gli fosse successo. Non sapeva dove si trovasse. Non ha sofferto nemmeno per un momento.
Ha aggiunto che i medici hanno lottato per la vita del piccolo per 35 giorni. Durante questo periodo, ha sottolineato il portavoce, Kamil ha ricevuto “tutta l’assistenza medica possibile”:
Ha beneficiato di metodi di trattamento avanzati, tra cui terapia respiratoria, dialisi e una macchina ECMO altamente specializzata, che fornisce supporto circolatorio e ossigenazione extracorporea del sangue. È stato assistito costantemente e con estrema cura dal nostro personale medico. Purtroppo tutto questo non è stato sufficiente.
Le condizioni di Kamil, otto anni, erano molto gravi fin dall’inizio. È stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva fin dal suo ingresso nel Centro sanitario infantile dell’Alta Slesia. I medici alla fine di aprile hanno provato a risvegliare il bambino, ma ciò si è rivelato impossibile.
La mamma e la zia accusate di non essere intervenute
La Procura regionale di Częstochowa sta indagando sull’omicidio di Kamil. Ha scoperto come il bambino sia stato prima picchiato e poi ustionato con acqua bollente, cosa che gli ha causato ustioni sul 25% della superficie corporea.
Purtroppo però queste violenze erano già stata perpetrate nel tempo. I medici del Centro sanitario infantile dell’Alta Slesia hanno infatti riscontrato anche vecchie fratture a entrambe le braccia e alla gamba, un ematoma sulla testa, segni di bruciature da sigaretta e hanno stimato che il tempo di insorgenza della lesione più vecchia fosse di un mese prima del ricovero in ospedale.
Come detto, il principale sospettato è il patrigno del bambino, il ventisettenne Dawid B. Le accuse di mancato soccorso sono però estese anche ad altri parenti di Kamil che vivevano con lui: la madre, la trentacinquenne Magdalena B., la zia, la quarantacinquenne Aneta J., e lo zio, il sessantunenne Wojciech J.
Le donne sono sospettate anche di non aver fatto nulla per impedire le torture nei confronti del piccolo. Secondo le indagini, hanno visto David B. picchiare il bambino, versargli addosso acqua bollente nella doccia e infine gettarlo su un fornello a carbone riscaldato ma non sono intervenute.
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