Quei 2000 bambini soldato reclutati dai ribelli e morti combattendo in Yemen

In Yemen centinaia di bambini di circa 10 anni, invece di giocare e trascorrere le loro giornate a scuola, maneggiano armi vere: bambini soldato yemeniti, vittime sacrificali di una guerra sanguinaria (di cui si parla ancora troppo poco)

Ogni guerra lascia purtroppo innumerevoli vittime sul campo ma, sempre troppo spesso, queste sono bambini, ai quali è stato negato tutto, dal diritto all’infanzia, a quello degli affetti fino a quello delle vita. In Yemen, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, sono stati circa 2000 i bambini soldato che sono morti tra il gennaio 2020 e maggio 2021. Un report di 300 pagine che, sebbene abbia voluto mettere nero su bianco uno degli aspetti più dolorosi di questa guerra, sarà sempre incompleto e in difetto sui numeri perché gli scontri non si fermano.

L’allarme lanciato da Mwatana for Human Rights

Parliamo di una guerra civile iniziata nel 2014 con una scia di 377 mila morti e che ogni anno diventa sempre più cruenta. Già nell’ottobre dello scorso anno l’organizzazione umanitaria yemenita Mwatana for Human Rights aveva verificato il reclutamento e l’uso di almeno 121 bambini guerrieri, tra questi anche una ragazza, nel 2021. L’88% di queste vittime, tramutate in involontari carnefici, è stato arruolato dal gruppo dissidente Houthi; il 2% invece da governo e forze governative. Il 2021 è stato l’anno che ha visto aumentare queste percentuali a causa della violenza in tutto il Paese.

La relazione dell’Onu sui bambini soldato in Yemen

Il report diffuso da un panel di esperti ONU in materia di sicurezza non smentisce i dati, semmai approfondisce quanto avviene in Yemen a opera di chi non vuole che la guerra finisca e ha quindi la macabra necessità di giovani leve.

Gli esperti hanno avviato delle indagini su alcuni campi estivi nelle scuole e anche in una moschea, usati per diffondere la loro ideologia e indottrinare i giovani alla guerra contro il Governo, anche con l’aiuto involontario di insegnanti obbligati a diffondere i precetti Houthi. Qui ai bambini, anche di 7 anni, veniva insegnato a pulire armi, a maneggiarla, a difendersi dagli attacchi nemici, a evitare i razzi. L’analisi è molto dettagliata: in molti casi i bambini sono stati assoldati con l’inganno, come l’iscrizione a corsi culturali, o con il ricatto: aiuti umanitari negati o dati alle famiglie in cambio di piccoli guerrieri da mandare a combattere. A volte anche con le violenze più bieche. Si parla di un elenco di 1.406 bambini tra i 10 e i 17 anni reclutati dagli Houthi e morti sul campo di battaglia nel 2020, 562 quelli deceduti sul campo di battaglia tra gennaio e maggio 2021.

Diritti negati ai bambini in aumento anche in altri Paesi

Nelle 303 pagine dell’analisi Onu è evidente come i diritti umani e dell’infanzia non sono assolutamente considerati: c’è una guerra da combattere con ogni mezzo. Quello dei diritti negati, purtroppo, non è un triste fenomeno solo di questo paese. Le Nazioni Unite avevano già certificato 26.425 gravi violazioni contro i bambini e un aumento, all’inizio del 2021, del 10% di violenze sessuali rispetto allo stesso trimestre nell’anno precedente e del 50% di rapimenti. Questi ultimi avvengono soprattutto in Somalia, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Ciad, Nigeria, Camerun e Niger, aree note anche per il dramma dei bambini soldato.

Anche l’UNICEF si era unita a questo coro allarmato dal precipitare della situazione: come solo in Yemen sono stati 10.000 bambini uccisi o mutilati in con l’intensificarsi degli scontri, da marzo 2015. Ovvero una media di quattro bambini ogni giorno.

Paesi distrutti dalla guerra, dalle violenze e con generazioni future decimate.

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Fonti: Ap/Onu; Unicef Italia; Matwana per i diritti umani

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