In Europa 1 bambino su 10 soffre di malattie respiratorie: colpa dell’inquinamento e della crisi climatica

Inquinamento e conseguenze della crisi climatica sono le cause dell'aumento di malattie respiratorie croniche fra i bambini: è quanto è emerso dalla conferenza dei pediatri di lingua tedesca che si è svolta in Germania nei giorni scorsi

La crisi climatica in atto svolge un ruolo importante nell’aumento dei casi di allergia e asma fra i più piccoli. A sostenerlo un gruppo di 170 pediatri provenienti dai Paesi di lingua tedesca che si sono riuniti a Göttingen per una conferenza sul tema organizzata dall’AeDA (Ärzteverband Deutscher Allergologen).

L’Associazione medica degli allergologi tedeschi (AeDA) fa riferimento ai corrispondenti risultati di un seminario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a margine della Conferenza delle Parti (COP27) che si sta svolgendo in questi giorni a Sharm-el-Sheikh.

Secondo gli esperti, l’inquinamento di origine antropica sta provocando un sensibile aumento nella concentrazione di particelle inquinanti nell’aria – come le polveri sottili, il diossido di carbonio, l’ozono. Ma non è solo una maggiore concentrazione di sostanze dannose nell’aria ad acuire l’incidenza di malattie respiratorie croniche.

Anche la crisi climatica svolge un ruolo importante in questo processo: stagioni calde più lunghe hanno portato a stagioni polliniche più lunghe con più pollini allergenici; disastri naturali e inondazioni hanno aumentato il rischio di umidità e muffe e l’inquinamento atmosferico; gli incendi hanno portato a più attacchi o al peggioramento dei sintomi negli asmatici.

Questo porterebbe a malattie respiratorie acute soprattutto nelle persone più giovani, come bambini e adolescenti. Ecco perché asma, allergie e altri problemi ai bronchi stanno diventando sempre più diffusi negli strati più giovani della popolazione.

Secondo gli esperi tedeschi, circa il 10% dei bambini europei in età scolare soffre di asma bronchiale, una malattia respiratoria cronica che può manifestarsi anche con attacchi acuti: stiamo parlando di circa cinque milioni e mezzo di bambini – una cifra altissima.

In pazienti così giovani, la diagnosi è spesso difficile da effettuare – e non mancano gli errori da parte dei pediatri, che confondono malattie respiratorie croniche con semplici raffreddori o influenze e che finiscono con il prescrivere farmaci sbagliati.

Per limitare al minimo l’occorrenza di diagnosi sbagliate, l’AeDA promuove campagne informative capillari nei settori dell’istruzione, della comunicazione, dell’assistenza clinica, della sorveglianza delle malattie, della medicina comparata, nonché dello sviluppo e della valutazione di nuovi strumenti diagnostici.

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Fonte: Ärzteverband Deutscher Allergologen

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