In questo museo c’è un asilo, dove i bambini imparano l’amore per l’arte e la creatività

C’è già l’asilo nel bosco, quello all’interno di un ospedale e ancora quello vegan, quello dove si insegna lo yoga. Da settembre a Firenze aprirà, invece, l’asilo nel museo per trasmettere ai più piccoli l’amore per l’arte.

C’è già l’asilo nel bosco, quello all’interno di un ospedale e ancora quello vegan, quello dove si insegna lo yoga. Da settembre a Firenze aprirà, invece, l’asilo nel museo per trasmettere ai più piccoli l’amore per l’arte.

A fare da pioniere sarà il museo Marino Marini di Firenze, dove si lavora per trasformare alcune stanze in un luogo adatto ai bambini dai 3 ai 5 anni che saranno seguiti da educatori che avranno un approccio artistico alla pedagogia.

Così mentre i più piccoli giocheranno con l’arte, nelle stanze accanto, i visitatori continueranno a fare il loro tour. Un’idea innovativa che in Italia non era ancora stata sperimentata al contrario del Nord Europa e Stati Uniti, dove gli asili nei musei sono una realtà consolidata.

L’obiettivo è quello di ricreare un ambiente familiare dove l’arte è la protagonista così da trasmettere alle nuove generazioni l’amore per scultori e pittori, con particolare attenzione ai nuclei familiari svantaggi che per motivi diversi non hanno facile accesso al sistema artistico.

Promotrice dell’asilo al museo è proprio la presidente del Marini, Patrizia Asproni che si è ispirata al Reggio children approach, ovvero un metodo educativo nato negli anni ’90 che si incentra sul bambino e si basa sulla partecipazione, sull’importanza dell’ambiente educativo e sulla presenza dell’atelier. Una vera e propria filosofia educativa che mette il bimbo al centro e lo aiuta a sviluppare i diversi linguaggi, valorizzando espressività e creatività.

L’asilo sarà ospitato nella ala dell’ex convento di piazza San Pancrazio e del chiostro, al suo interno ci saranno percorsi ludici, stimoli visivi all’arte e alle emozioni tra arte contemporanea e formazione.

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Dominella Trunfio

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