La situazione negli asili nidi di Roma alle prese con il gran caldo è davvero preoccupante. Nelle stanze dove i bambini dormono si raggiungono anche i 35 gradi, il tutto perché non sono presenti i condizionatori, in questi giorni più che mai indispensabili
La situazione di Roma alle prese con il gran caldo (che non accenna a diminuire) si fa sempre più pesante. Ieri vi abbiamo raccontato la testimonianza di una cittadina che vive a Centocelle (popolare quartiere romano) alle prese con blackout elettrici e una serie di altri pesanti disagi dovuti al gran caldo. Leggi anche: Sono una cittadina di Roma e vi racconto il nostro incubo, tra caldo asfissiante e blackout per quasi 2 giorni
Preoccupa però molto anche la situazione negli asili nido romani che sono letteralmente roventi. Secondo quanto denunciato dalle educatrici, nelle stanze della “ninna”, ovvero dove i bambini dormono, si raggiungono anche temperature record di 35 gradi (abbastanza difficile quindi per i piccoli riposare bene).
Ma come è possibile una situazione del genere? La risposta è semplice: fuori ci sono 40 gradi e all’interno le strutture non sono dotate di condizionatori fissi ma solo di qualche dispositivo mobile che i municipi hanno fornito loro “last minute” per arginare un minimo la situazione.
Questa soluzione, però, non può bastare considerando che gli spazi da refrigerare sono più di uno contemporaneamente e spesso le classi sono affollate (non tutte le strutture sono aperte a luglio e dunque i bambini vengono accorpati in quelle disponibili).
Insomma, negli asili nidi di Roma nel 2023 i bambini, e tutti coloro che lavorano per loro, soffrono terribilmente il caldo, il che ovviamente rende anche molto difficile programmare e gestire la giornata, scandita solitamente da giochi, spuntini e pranzo, e dal riposo pomeridiano. Tutte quelle che solitamente sono attività piacevoli si trasformano in un vero e proprio incubo a causa del caldo eccessivo.
Una situazione decisamente intollerabile oltre che potenzialmente pericolosa tanto che è stata prontamente segnalata da diverse strutture della Capitale, le cui educatrici non sanno più come far fronte al gran caldo se non utilizzando piscinette o proponendo giochi acquatici ai bimbi, ove e quando possibile.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil sono intervenuti sulla questione chiedendo verifiche urgenti da parte del Comune. In una nota scrivono:
Temiamo che le temperature elevate possano creare condizioni di disagio per i piccoli utenti, che potrebbero essere esposti a rischi di malattie da calore. Inoltre, le alte temperature potrebbero rendere difficile per le educatrici svolgere le loro attività lavorative in sicurezza. Chiediamo di verificare con urgenza le temperature all’interno dei nidi di Roma Capitale e di adottare, tutte le misure utili a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti.
Il Comune di Roma, dal canto suo, ha dichiarato a Roma Today di fare tutto il possibile, scaricando un po’ la responsabilità sulle Asl. La presidente della commissione Scuola, Carla Fermariello, ha dichiarato:
Fino a non molto tempo fa, pare che le Asl non rilasciassero permessi specifici per l’installazione di impianti di condizionamento dove i bambini sono presenti per molte ore consecutive o dove dormono perché un eccessivo scarto termico può essere dannoso per loro. Stiamo da tempo lavorando affinché le maglie di questi ostacoli si allarghino, permettendo di installare sistemi di areazione – condizionatori, ventilatori, sistemi a pale – in situazioni meno invasive per i bambini, come in spazi centrali comuni, ma non dove dormono.
Ma per quest’anno, per fortuna ormai quasi concluso (mancano 10 giorni alla fine di luglio e alla chiusura delle strutture) sembra che toccherà continuare ad arrangiarsi, con tutti i rischi che ciò comporta.
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