Un bel esempio di integrazione arriva da Bollate dove due asili nido hanno deciso di intraprendere un percorso decisamente speciale ospitando degli adulti con disabilità che hanno così la possibilità di giocare e fare attività con i più piccoli.
Un bel esempio di integrazione arriva da Bollate dove due asili nido hanno deciso di intraprendere un percorso decisamente speciale ospitando degli adulti con disabilità che hanno così la possibilità di giocare e fare attività con i più piccoli.
Si tratta del progetto “La differenza c’è, ma che differenza fa?” che, con l’obiettivo di creare momenti di integrazione ed inclusione tra bambini e adulti disabili, coinvolge le sezioni dei “grandi” dei nidi comunali di Bollate e due centri diurni per persone disabili, il Centro Socio Educativo “larcobaleno” e il “Centroanchio“.
Gli ospiti sono molto variegati: c’è chi sta in carrozzina, chi indossa un caschetto leggero in quanto soffre di attacchi epilettici e chi è affetto da altre gravi o lievi disabilità. Nulla di tutto questo, però, è una barriera tanto grande da impedirgli di comunicare ma soprattutto di giocare con i bambini.
Gli adulti quando arrivano al nido non si presentano mai a mani vuote: pongo fatto in casa, canzoni e lavoretti artigianali vari sono doni sempre graditi ai più piccoli.
Gli incontri speciali avvengono, a seconda dei casi, una volta al mese o una a settimana. Ciò dipende dalle disabilità fisiche e psichiche degli adulti, alcuni infatti fanno più fatica di altri ad arrivare presso gli asili mentre altri, che sono affetti da problematiche più lievi, hanno opportunità maggiori di trascorrere del tempo coni bambini.
Ma cosa fanno quando si trovano tutti insieme? Le attività che gli vengono proposte sono ovviamente semplici e favoriscono la condivisione e la relazione. Si canta, si balla ma si fanno anche giochi di manipolazione e si costruisce. Inoltre gli adulti aiutano i piccoli ad apparecchiare, a lavarsi le mani e si rendono utili insieme alle educatrici in altri modi.
Come ha spiegato Daniela Nardellotto, pedagogista che supervisiona il progetto:
“Desideriamo regalare ai bambini e alle persone con disabilità momenti di condivisione emotivi e relazionali che li vedano protagonisti, liberi di esprimersi, incontrarsi, conoscersi”
I bambini sono ormai abituati ad avere ospiti tanto speciali ma comunque le educatrici, il giorno prima della loro visita, li avvisano e anche la mattina stessa gli chiedono se hanno voglia di giocare con loro. Si rispetta poi il loro desiderio di impegnarsi o meno in attività insieme agli adulti.
C’è da dire comunque che, come spiega Luisa Bonardi, coordinatrice di uno dei due nidi coinvolti nell’iniziativa:
“I bambini hanno già una propensione naturale a relazionarsi con la diversità, senza alcun tipo di stigma. Nelle classi infatti sono presenti dei bambini con disabilità e, per tutti, questa presenza è naturale, data quasi per scontata. Attraverso questi incontri ai bambini è offerta l’opportunità di confrontarsi fin da piccoli con la condizione della disabilità adulta, che invece è meno famigliare”.
Un progetto bellissimo che rappresenta una grande opportunità di crescita per tutti: bambini, adulti, educatrici e personale degli asili e dei centri diurni coinvolti. Non è un caso che, visto il successo, i servizi per l’infanzia della zona stiano pensando di attivare altre iniziate come questa.
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Francesca Biagioli