Come prevenire le allergie alimentari nei bambini: le nuove linee guida

Negli anni sono state diverse le teorie e le posizioni degli esperti su come riuscire a prevenire la comparsa di allergie alimentari nei bambini. Ora le nuove linee guida dell'American Academy of Pediatrics provano a fare chiarezza sull’argomento.

Negli anni sono state diverse le teorie e le posizioni degli esperti su come riuscire a prevenire la comparsa di allergie alimentari nei bambini. Ora le nuove linee guida dell’American Academy of Pediatrics provano a fare chiarezza sull’argomento.

Dare a un bambino del nuovo cibo da provare è una tappa importante che dovrebbe essere vissuta con serenità in primis dai genitori. Purtroppo a volte non è così, soprattutto perché si ha paura di possibili allergie. Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno voluto analizzare quali cibi introdurre e quando per riuscire a prevenire al meglio le allergie alimentari.

Sulla base di una revisione dettagliata di tutte le prove disponibili sull’argomento, l’American Academy of Pediatrics ha pubblicato una guida aggiornata su cosa funziona e cosa no quando si tratta di prevenire allergie alimentari e altre condizioni allergiche. Le nuove linee guida continuano a “liberalizzare” l’introduzione di quelli che sono considerati alimenti altamente allergenici come noccioline, pesce e latte.

Dalle evidenze scientifiche, infatti, sembra non ci siano prove convincenti che, ritardare l’introduzione di alcuni alimenti, possa aiutare a prevenire le allergie alimentari. Inoltre, vi è una forte evidenza che un’introduzione mirata e precoce di arachidi già ad inizio svezzamento può impedire lo sviluppo di un’allergia a questi frutti nei bambini ad alto rischio (ossia quelli che hanno un parente stretto che soffre di questa allergia).

La teoria alla base di ciò è la seguente: il tratto gastrointestinale ospita un insieme unico di cellule del sistema immunitario e quando queste cellule ricevono un assaggio delle proteine allergeniche dei diversi alimenti imparano a tollerarle.

Il dottor David Stukus, allergologo pediatrico e professore associato di pediatria nella Divisione di Allergia e Immunologia presso il Nationwide Children’s Hospital ha dichiarato che ciò è vero “finché viene introdotto presto e in modo continuo” l’alimento, il che significa che c’è una finestra temporale critica durante il quale dovrebbero essere introdotti questi alimenti in modo tale da favorirne la tolleranza. Secondo il medico tra i 4 e i 6 mesi (ricordiamo però in realtà che l’OMS consiglia di far assumere ai neonati solo latte materno o a limite artificiale in esclusiva fino a 6 mesi).

Nessuna prova è stata poi trovata del fatto che evitare cibi allergenici durante la gravidanza o durante l’allattamento al seno sia funzionale nella prevenzione delle condizioni allergiche. E lo stesso vale per l’uso di speciali formule idrolizzate, anche se si tratta di bambini ad alto rischio.

L’ultimo rapporto in merito allo svezzamento in cui si inseriscono anche cibi potenzialmente allergizzanti spiega che lo stesso meccanismo che protegge i bambini ad alto rischio di sviluppare allergie alimentari probabilmente protegge anche i bambini a rischio basso o normale. Uno studio che ha esaminato questi altri alimenti, noto come Inquiring About Tolerance o EAT trial, ha reclutato 1.303 bambini di 3 mesi e li ha assegnati in modo casuale a ricevere sei alimenti allergenici – arachidi, uova cotte, latte di mucca, sesamo, pesce e grano – a quell’età o a 6 mesi. Il team ha poi monitorato se questi bambini avevano sviluppato allergie alimentari tra gli 1 e 3 anni.

Solo il 40% dei genitori era stato in grado di tenere il passo con la diversa frequenza di cibo raccomandata dal protocollo di studio. E proprio i bambini i cui genitori erano stati capaci di seguire alla lettera le indicazioni date sui cibi da inserire mostravano una significativa riduzione delle allergie alle arachidi e alle uova.

In modo schiacciante, secondo gli esperti, i dati puntano ad evidenziare i benefico dell’introduzione precoce del cibo. Ma non si tratta solo di un’introduzione precoce, si parla di un’alimentazione di base che, fin da piccoli, abitua a mangiare cibi molto diversi con vantaggi anche in adulta. È infatti proprio allora che il 50% delle persone sviluppa un’allergia alimentare.

Che ne pensate, l’introduzione precoce dei cibi è davvero la chiave per evitare la comparsa delle allergie?

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Francesca Biagioli

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