Lo sviluppo della consapevolezza renderà i nostri figli adulti equilibrati e felici: ecco come instradarli verso questo percorso di crescita personale
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La consapevolezza di sé è un percorso che inizia da quando si è piccoli e che continua per tutta la vita. Essere consapevoli dei propri pregi, delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti e delle proprie debolezze è la chiave per diventare adulti equilibrati.
Affinché i bambini crescano consapevoli delle loro potenzialità, non è necessario sommergerli di complimenti e dire loro che tutto ciò che fanno è sempre perfetto: questo, semmai, conduce all’effetto opposto.
Se diciamo loro che sono bravissimi in tutto, man mano che crescono i bambini potrebbero diventare sempre più ansiosi perché temono di non essere in grado di soddisfare le nostre aspettative.
Oppure, convinti di essere eccezionali, potrebbero sviluppare atteggiamenti di ostilità e superiorità nei confronti dei loro coetanei e diventare insofferenti alle autorità (scolastiche e lavorative).
Insomma, elogiare eccessivamente i figli non è un buon modo per sviluppare la loro consapevolezza, e con il tempo potrebbe anche trasformarsi in una fonte di insoddisfazione.
È necessario invece trovare un compromesso fra manifestazioni di elogio e rigore, affinché il bambino comprenda quali sono i suoi talenti senza arrivare a illudersi di essere eccezionale e dotato di capacità di cui gli altri coetanei sono sprovvisti: ecco qualche consiglio per iniziare.
Parla di punti deboli
Talvolta, si è così concentrati sull’elogio delle loro qualità positive e dei loro talenti, che i punti deboli e le fragilità dei nostri figli diventano quasi un tabù da censurare.
È importante riconoscere e discutere delle attività nelle quali non si è bravi, tanto quanto di quelle in cui invece si eccelle: solo in questo modo, “normalizzando” i punti di debolezza e mettendoli sullo stesso livello dei punti di forza, il bambino potrà crescere in modo equilibrato.
Come sempre accade quando si parla di educazione dei figli, i genitori devono dare l’esempio: a noi adulti il compito di mostrare in prima battuta i nostri difetti e di non mostrarci come “supereroi” in grado di fare qualsiasi cosa senza sbagliare mai.
All’interno della famiglia, è importante far capire ai più piccoli che ogni membro è bravo in una certa attività e un po’ meno bravo in un’altra.
Bilancia i complimenti
Quando facciamo un complimento a nostro figlio, cerchiamo di fare in modo che esso non appaia assoluto. In altre parole, lasciamo intendere che c’è sempre spazio per un miglioramento.
Riconosciamo quando qualcosa è ben fatto, manifestando stupore e gioia sinceri, ma affermiamo allo stesso tempo che c’è sempre la possibilità di migliorarsi, o che qualcun altro possa aver fatto quella stessa cosa in modo migliore.
In questo modo, il bambino sarà gratificato dai nostri complimenti, ma anche spronato a non crogiolarsi sugli allori e a spingersi sempre oltre i propri traguardi, in un ciclo di miglioramento continuo e positivo.
Non forzare un talento
L’errore di molti genitori è quello di immaginare un talento eccezionale nel proprio bambino e di spingere in maniera aggressiva affinché questo venga coltivato e sfruttato. Può accadere in una disciplina sportiva, nel disegno, nel canto, nella recitazione e in molto altro.
In realtà, anche se il bambino mostra una propensione naturale per una certa disciplina o attività sportiva, non è detto che questa debba diventare la sua unica ragione di vita.
I bambini, soprattutto quelli più piccoli, sono curiosi di esplorare vari ambiti, si appassionano a qualche attività per un breve periodo prima di passare ad altro: è un comportamento normale, perché stanno cercando di capire cosa gli piace e cosa no.
A noi adulti il compito di accompagnarli in questo percorso di scoperta, senza esercitare inutili pressioni e senza sperare che prima o poi si manifesti un talento eccezionale che li porterà a diventare dei virtuosi in un determinato campo.
Gestisci le loro aspettative
Quando si apprendono nuove abilità o si fanno cose nuove per la prima volta, avere paura e sentirsi sopraffatti dalle aspettative è normale: succede a noi adulti, e ovviamente succede anche ai bambini.
In un momento così delicato come quello dell’apprendimento di un’abilità, le critiche severe possono essere davvero dannose, e avere conseguenze gravi sulla consapevolezza dei bambini.
Sentendosi sgridato e criticato dopo un errore, il bambino penserà di aver fatto qualcosa di irreparabile e non darà a se stesso la possibilità di trarre una lezione da quell’errore.
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