Dal Lago di Varese spunta un ‘nuovo’ villaggio di palafitte

Quel ramo del lago di… Varese, a Galliate Lombardo, ospitava un villaggio palafitticolo, nell’età del bronzo, intorno al 1600 a.C.. La scoperta è avvenuta nel sito denominato Gaggio Keller e potrebbe aprire le porte a nuovi mondi antichi. Gli archeologi sono ora a lavoro per datarlo in modo esatto e fornire maggiori dettagli

Quel ramo del lago di… Varese, a Galliate Lombardo, ospitava un villaggio palafitticolo, nell’età del bronzo, intorno al 1600 a.C.. La scoperta è avvenuta nel sito denominato Gaggio Keller e potrebbe aprire le porte a nuovi mondi antichi. Gli archeologi sono ora a lavoro per datarlo in modo esatto e fornire maggiori dettagli.

I nostri antenati costruivano abitazioni in mezzo agli specchi d’acqua, dove pescavano e cacciavano. I laghi varesini sono piuttosto noti per questo, tanto che simili scoperte risalgono ai primi studi italiani sulla preistoria.

Ma il sito Gaggio Keller aveva perso di interesse da molto tempo (dalla scoperta avvenuta intorno alla metà dell’ ‘800), fino a oggi, quando gli studiosi hanno capito che qualcosa di “nuovo” spuntava dal lago. Il Comune si è mostrato sensibile e ha deciso di partecipare al bando della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus, aggiudicandosi il finanziamento.

Le ricerche sono guidate dalla Archeo Solutions e coordinate da Daniela Patrizia Locatelli, direttore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

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Per ora non si sa moltissimo, solo che il villaggio esisteva, era relativamente esteso e soprattutto che i suoi resti sono tutt’altro che remoti e di poca importanza, ma evidenti e potenziale oggetto di studi molto più approfonditi.

“C’è molto da fare sul sito Gaggio Keller perché non sappiamo quasi nulla: non conosciamo bene la posizione, né la forma, né la struttura, sappiamo che risale all’Età del Bronzo ma dobbiamo datarlo con più precisione – spiega a Varese News Sabrina Luglietti, che lavora al progetto – Lo scopo dello studio è proprio quello di capire l’estensione dell’insediamento e che forma aveva”.

Di certo sarà un lavoro impegnativo e lungo, perché, per quanto affascinanti, i resti che ci sono arrivati sono ben diversi dalla probabile struttura iniziale: moncherini di legno di 15 ai centimetri al massimo, ricoperti di limo.

villaggio palafitticolo2

“Ho visto lontano perché sono salito sulle spalle dei giganti” diceva Newton, e anche qui le conoscenze precedenti aiuteranno le indagini. Come spiegano gli studiosi infatti, è noto da tempo che, a differenza delle palafitte dell’”immaginario collettivo”, quelle costruite nel Varesotto erano capanne costruite una accanto all’altra collegate tra loro da un camminamento, non erette direttamente in acqua.

E ora è tutto sott’acqua, quindi gli archeologi dovranno fare immersioni e prelevare campioni, sottoposti poi ad analisi di laboratorio per la loro datazione (prevalentemente tecniche consolidate come la dendrocronologia e il Carbonio 14).

villaggio palafitticolo3

Comunque nessuna fine disastrosa: i villaggi, spiega ancora la Luglietti, si sono spopolati e in qualche caso occupati da conquistatori del nord, ma non appare storicamente coerente una loro fine per annegamento.

villaggio palafitticolo

Il lago di Varese è situato ai piedi delle Prealpi Varesine ad un’altitudine di 238 m s.l.m ed è il decimo lago italiano per estensione: una zona stupenda, fin dalla preistoria, che non finisce mai di stupirci.

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Roberta De Carolis

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