25 anni fa usciva Mulan, ecco perché le bambine di tutto il mondo dovrebbero ancora vederlo

Uscì il 19 giugno del 1998, ispirato alla leggenda cinese di Hua Mulan, e da allora il capolavoro della Disney e la sua protagonista sono diventati il simbolo di una annosa questione: il ruolo della donna nella società

Riscosse un successo strepitoso quando uscì nelle sale cinematografiche americane di esattamente 25 anni fa. Riproposto poi in live action nel 2020, Mulan rimane sempre un classico intramontabile. Il motivo? Lontana dalla “solite” principesse, lei, Mulan, figlia di Fa Zhou anziano guerriero, è tutto tranne che una donna in balìa degli eventi.

Per questo, le bambine di tutto il mondo dovrebbero vederlo e rivederlo ancora, perché la morale che ne viene fuori è quanto mai preziosa: non fermarsi davanti a nulla, ma andare avanti a perseguire i propri obiettivi. Amare i propri cari, certo, ma anche andare contro il loro volere se è necessario.

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Lontana, quindi, dal candore di Biancaneve e dalla remissività di Cenerentola, Mulan è quanto mai distante dall’immagine stereotipata delle principesse: è leggendaria ed eroina insieme, dentro di lei c’è la secolare forza che le donne hanno di “fare da sé”.

Già nel ’98, con questo cartone Disney proseguiva in un certo senso il suo percorso verso la moderna emancipazione femminile (prima di lei Ariel, Belle o anche Jasmine di Aladdin e poi, molto, dopo Elsa di Frozen o la principessa Merida), poi con il live action ha riconfermato l’importanza della forza al femminile.

In un mondo dove le donne devono “trattenere la lingua alla presenza di un uomo” (come cita Chi Fu, il consigliere dell’imperatore), Mulan trova la forza di mascherarsi da uomo per dimostrare, in primis a se stessa, il valore del genere femminile.

La storia di Mulan

Mulan è l’unica figlia di Fa Zhou, un anziano guerriero cagionevole di salute, e deve essere esaminata dalla mezzana, la donna incaricata di valutare le ragazze in età da marito. Onorare la famiglia nella società cinese del tempo significa infatti solo una cosa: sposare un uomo di buona famiglia.

Ma lei ha decisamente altre aspirazioni e l’incontro si rivela un disastro. Anzi, nel momento in cui l’esercito cinese intraprende una guerra contro gli unni, alla chiamata dell’imperatore ogni famiglia deve contribuire a difendere il Paese con un esponente di sesso maschile. Lì, Mulan, decide di fare di testa sua. Suo padre è l’unico uomo della famiglia e per evitare che venga arruolato e muoia in battaglia, decide di travestirsi da uomo, scappare di casa ed entrare a far parte dell’esercito.

Anziché onorare le tradizioni di una famiglia di stampo patriarcale, insomma, lotta per superare ogni limite e prepararsi di nascosto fin da bambina a diventare una guerriera. Una volta arruolatasi al posto del papà, si ritrova a dimostrare in mille peripezie le sue straordinarie qualità alla guida dell’esercito contro Bori Khan. E, ovviamente, conquista onori, meriti e una grossa soddisfazione personale.

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