Nell'era di Internet dove basta inserire una qualsiasi voce su Google per approfondire qualsiasi nostra curiosità e dove la voce di Wikipedia diventa più autorevole della Treccani, le vecchie enciclopedie in bella vista nelle librerie di tutto il mondo se ne stanno lì, ad accumulare polvere e ricordare i tempi andati, quando erano loro ad essere gli oracoli da consultare per qualsiasi evenienza.
Nell’era di Internet dove basta inserire una qualsiasi voce su Google per approfondire qualsiasi nostra curiosità e dove la voce di Wikipedia diventa più autorevole della Treccani, le vecchie enciclopedie in bella vista nelle librerie di tutto il mondo se ne stanno lì, ad accumulare polvere e ricordare i tempi andati, quando erano loro ad essere gli oracoli da consultare per qualsiasi evenienza.
Ma c’è qualcuno che ha pensato bene di conferire loro nuovi fasti, di farle ritornare al centro delle scrivanie con un’aurea nuova, quella dell’arte, trasformandole in originali sculture e romantici paesaggi. L’artista in questione è Guy Laramee, eccentrico, multidisciplinare che nei suoi 30 anni di carriera ha lavorato come scrittore, regista, compositore, cantante e anche produttore di strumenti musicali.
Tra le sue opere spiccano due serie incredibili di paesaggi scolpiti, appunto nei vecchi libri. Si tratta di Biblos e La Grande Muraglia in cui le pagine dense delle enciclopedie vengono scavate, dipinte e plasmate per dare alla luce montagne, altipiani e strutture antiche. Montagne di conoscenza in disuso trasformate in vere montagne.
“Mucchi di enciclopedie obsolete ritornano a ciò che non ha bisogno di dire nulla, a ciò che è semplice – spiega Laramee – “Nebbie e nubi che cancellano tutto quello che sappiamo, tutto ciò che pensiamo di essere“.
Le sue opere saranno esposte nel mese si aprile del 2012 alla Galerie d’Art d’Outremont a Montreal.
Simona Falasca