A Roma emerge una gigantesca e misteriosa piscina del IV secolo a.C.

Non è ancora chiara la sua funzione, ma certo è davvero enorme la vasca monumentale in tufo rinvenuta tra via Ostiense e via di Malafede, a Roma. Più di 40 metri e databile intorno al IV secolo avanti Cristo, è stata portata alla luce nell’ambito di uno scavo avviato l’anno scorso nel bel mezzo di un’articolata stratificazione di edifici e costruzioni su due ettari di terreno.

Il ritrovamento è avvenuto grazie alle indagini di archeologia preventiva della Soprintendenza Speciale di Roma, in una porzione di territorio abbastanza grande.

Una scoperta che rinnova lo stupore nei confronti di Roma e delle infinite storie che ha ancora da raccontare. Un altro successo dell’archeologia preventiva, essenziale per non disperdere il nostro passato, e per tutelare e valorizzare territori che, altrimenti, resterebbero inesplorati”, scrivono in un post dalla Soprintendenza capitolina.

Una sorprendente novità, quindi, che si va a sommare al già immenso patrimonio di Roma, a conferma che la città ha ancora tanto da regalare anche al di fuori dei suoi confini.

Il territorio in cui è compreso anche il fosso di Malafede, abitato fin dall’età preistorica, è stato soggetto a numerose trasformazioni nel corso del tempo, come testimoniano anche i preziosi reperti recuperati durante le indagini archeologiche.

Lo scavo, in tutta la sua grandezza, ci parla di un luogo importante – commenta Barbara Rossi, responsabile scientifico per le indagini archeologiche della Soprintendenza Speciale di Roma – che ha avuto vita per oltre otto secoli come dimostrano la quantità e soprattutto la qualità delle costruzioni ritrovate, come la vasca monumentale del IV secolo avanti Cristo rinvenuta in tutta la sua ampiezza”.

Ora, una analisi dettagliata dei materiali che le indagini restituiscono di continuo, dai legni alle terrecotte agli oggetti metallici, potrà svelare i segreti ancora sommersi di questa eccezionale parte di Roma.

scavi ostiense

©Soprintendenza speciale Roma

Proprio per questo, spiegano gli esperti, è in fase avanzata il progetto di valorizzazione in situ dei più importanti ritrovamenti. Una valorizzazione volta a raccontare le diverse epoche e i vari insediamenti che hanno caratterizzato la zona.

Fonte: Soprintendenza speciale di Roma

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