La transumanza viene candidata a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Così accanto al canto sardo, alla dieta mediterranea, ai pupi siciliani e tanto altro, potrebbe esserci questa antichissima tradizione.
La transumanza viene candidata a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Così accanto al canto sardo, alla dieta mediterranea, ai pupi siciliani e tanto altro, potrebbe esserci questa antichissima tradizione.
La richiesta è stata presentata ufficialmente a Parigi dall’Italia, paese capofila insieme alla Grecia e all’Austria. A darne notizia è il ministero delle Politiche agricole che fa sapere che con la firma del dossier di candidatura transnazionale è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che porterà alla decisione da parte del Comitato di governo dell’Unesco nel novembre 2019.
Dall’Alto Adige fino alla Sardegna e ancora nel Sud Italia, la transumanza è la migrazione stagionale di mandrie, greggi e pastori che assieme a cani e cavalli, si spostano in zone climatiche più adatte.Un’antica pratica di allevamento che si tramanda da secoli ed è già preservata dalle comunità rurali.
“Ci riempie di orgoglio questa candidatura in quanto è l’unica per quest’anno del settore agricolo e valorizza una pratica che rinnova il profondo legame tra uomo, prodotto e paesaggio”, dice Andrea Olivero, viceministro alle Politiche Agricole.
Secondo la Coldiretti, ‘la candidatura della transumanza è un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia che conta su 60mila allevamenti, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni pecore, la maggioranza in Sardegna’.
“Occorre garantire un equo compenso ai lavoro dei pastori oggi minacciato dai bassi prezzi pagati per latte e carne anche per effetto delle importazioni di bassa qualità dall’estero ma anche salvare i greggi di pecore che stanno subendo una vera e propria strage per gli attacchi dei lupi, con il rischio concreto dell’abbandono e dello spopolamento”, dice la Coldiretti.
Ogni iniziativa, dunque, che preserva un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio, è ben accetta. Il progetto di candidatura della transumanza è iniziato nel 2015 per iniziativa di un gruppo di azione locale del Molise che ha riunito tutti i pastori transumanti locali, cui si sono aggiunti colleghi campani, laziali, pugliesi e abruzzesi.
Già nel 2017 il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali aveva iscritto nel Registro nazionale della pratiche agricole storiche e delle conoscenze tradizionali la pratica della transumanza e dopo l’avvio della pratica si sono aggiunte all’iniziativa l’Austria e quindi la Grecia.
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Dominella Trunfio