11 anni fa Il Mio Vicino Totoro sbarcava in Italia

Era il 18 settembre 2009 quando sbarcò per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane, 21 anni dopo la prima proiezione giapponese

E’ considerato il simbolo dello Studio Ghibli. Totoro è una delle creature più amate di tutto il mondo dell’animazione. Era il 18 settembre 2009 quando sbarcò per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane, a 21 anni di distanza dalla prima proiezione giapponese.

Il film d’animazione, nato dalla geniale mente di Hayao Miyazaki, venne reso noto in Giappone nel 1988 e da allora ha conquistato numerosi riconoscimenti. Nel 1988 ha vinto l’Animage Anime Grand Prix, l’anno seguente inevee è toccato al premio nella categoria miglior film al Mainichi Film Concours.

Totoro è diventato ormail il simbolo dello Studio Ghibli. Nel 2008 la rivista inglese Empire lo inserì al numero 275 della lista dei 500 migliori film della storia. Un personaggio e una storia che hanno incantato anche l’Italia.

La storia è ambientata nell’hinterland della Tokyo degli anni Cinquanta e vede come protagoniste due sorelline Satsuki e Mei in procinto di trasferirsi col padre a Tokorozawa, un piccolo villaggio di campagna per avvicinarsi alla mamma, che si trova ricoverata in ospedale. Da lì inizia una splendida avventura che permette alle bambine di scoprire una realtà del tutto diversa ma soprattutto la bellezza della Natura.

Mentre aspettano il papà alla fermata dell’autobus, le due sorelle incontrano Totoro e gli offrono riparo dalla pioggia. In cambio, la strana creatura regala loro dei semi da piantare nel giardino di casa. Un incrocio tra orso, talpa e procione, Totoro è in realtà il custode della foresta e della natura.

Una storia densa di significato che nasconde anche dei riferimenti legati alla vita di Miyazaki a partire dall’ambientazione. Quest’ultimo infatti ha vissuto per alcuni anni a Tokorozawa e certamente conosceva la bellissima foresta locale, che ricorda quella dei suoi personaggio. Anche la storia della mamma in ospedale è un richiamo alle vicende della sua vita. Così come la madre delle bambine, anche la sua era stata ricoverata in ospedale durante la sua infanzia.

Un capolavoro intramontabile che oggi spegne 11 candeline (almeno in Italia)!

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