Un nuovo studio condotto dagli scienziati dell'Università di Napoli l'Orientale ha scoperto che le tombe seguivano la posizione delle galassie
Migliaia di tombe islamiche medievali sono state trovate nel Sudan orientale. La loro posizione era però anomala, seguiva una sorta di schema. Un nuovo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Napoli l’Orientale è riuscito a risolvere il rompicapo: le tombe seguivano la posizione delle galassie.
Ancora una volta la storia ci racconta che i nostri antenati conoscevano molto bene il cielo. Le Piramidi e Stonehenge, solo per citare gli esempi più famosi, l’hanno ampiamente dimostrato. Ora, lo studio partenopeo ha scritto una nuova pagina. Per gli scienziati, le tombe erano disposte secondo schemi difficili da decifrare, con tumuli “madri” da cui si diramavano sottocluster di sepolture. Per scoprirlo, gli archeologi hanno studiato tali monumenti funerari con un metodo progettato per la cosmologia.
Il team ha utilizzato immagini satellitari per identificare le posizioni di oltre 10.000 monumenti nella regione di Kassala nel Sudan orientale. Essi includono tumuli fatti di pietra, “strutture rialzate relativamente semplici, diffuse in tutta la preistoria e in tutta la storia africana”, e “qubbas”, un termine che si riferisce a tombe e santuari islamici nel mondo panarabo. Dopo aver mappato i monumenti funerari, il team ha avuto difficoltà a interpretare i dati, dato che pochi dei monumenti erano stati scavati.
Abbiamo affrontato la sfida di interpretare la creazione del paesaggio funerario senza i dati archeologici tradizionali, ma [avevamo] un set di dati abbastanza grande da poter ipotizzare la presenza di processi complessi sia a livello regionale che locale, – ha detto a Live Science Stefano Costanzo, dottorando in archeologia all’Università di Napoli L’Orientale in Italia – A occhio nudo, era chiaro che le tombe raggruppate erano condizionate dall’ambiente, ma un significato più profondo poteva essere implicito nella loro disposizione spaziale.
Così insieme ai colleghi ha cercato tecniche di modellazione statistica che potessero aiutarlo a rilevare i modelli. Alla fine, hanno optati per un metodo chiamato originariamente sviluppato per studiare i modelli spaziali di stelle e galassie.
La caratteristica più grande di questo modello sta nel fatto che può trattare set di dati archeologici che [mancano di dati di scavo e documenti storici] ma sono composti da un numero molto elevato di elementi, che è la base per analisi statistiche significative, ha detto Costanzo.
La tecnica di modellazione ha rivelato che le tombe islamiche
nascondevano diversi sottocluster che ruotavano intorno a tombe “genitori” che fungevano da centri di attrazione per le sepolture successive, apparentemente guidate dalla sacralità generale della posizione.
Lo studio ha anche confermato che le aree in cui il materiale da costruzione era disponibile tendevano anche ad avere più tombe e che fattori ambientali, come la topografia del paesaggio, potevano anche influenzare la posizione delle tombe.
La regione di Kassala è abitata dal popolo Beja, che ancora oggi ha uno stile di vita semi-nomade. Anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare le posizioni precise delle tombe “genitore”, sembra chiaro lo schema con cui esse sono disposte.
Lo studio è stato pubblicato su PlosOne.
Fonti di riferimento: Sciencealert, PlosOne, Livescience
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