Oltre 60 opere in mostra a Venezia, nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim, indagano il rapporto tra surrealisti e magia. Visitabile fino al 26 settembre 2022
Che rapporto avevano i surrealisti con la magia, l’occulto e l’esoterismo? In che modo e perché ne erano attratti? Lo indaga la meravigliosa mostra “Surrealismo e magia. La modernità incantata” a cura di Gražina Subelytė, visitabile fino al 26 settembre 2022 presso le sale della Collezione Peggy Guggenheim, a Venezia.
La mostra include circa 60 opere provenienti da più di 40 grandi istituzioni internazionali e collezioni private, che esplorano gli intrecci tra magia e pittura surrealista, passando da Giorgio de Chirico a Max Ernst, da Victor Brauner al simbolismo occulto di Leonora Carrington, da Dalì a Magritte.
All’ingresso dell’esposizione un cortometraggio della regista Maya Deren, intitolato La culla della strega, introduce il visitatore in un’atmosfera sospesa, fil rouge dell’intera esposizione.
D’altronde il movimento surrealista è sempre stato profondamente legato alla dimensione onirica e all’irrazionalità. I surrealisti tentavano di spingersi oltre il controllo maniacale della ragione per lasciare spazio alla forza creativa dell’inconscio.
Moderni alchimisti che lavoravano con i colori per creare opere in grado di connettere con dimensioni interiori oscure e sconosciute. Ma anche capaci di stimolare l’immaginazione e di conseguenza una nuova visione della realtà. La devastazione degli ultimi conflitti contribuì certamente a spingerli alla ricerca di vie espressive focalizzate maggiormente sull’interiorità e alla scoperta di nuove risposte esistenziali.
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FONTE: Peggy Guggenheim
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