Sur fake: le surreali foto che mostrano come lo smartphone ci stia risucchiando

Computer, smartphone, tablet, televisori, videogiochi, siamo destinati a essere risucchiati dalla tecnologia? A giudicare dagli scatti del fotografo francese Antoine Geiger sembrerebbe proprio di si. Con il suo progetto Sur fake fa,infatti, una panoramica a cavallo tra dipendenza e normalità.

Computer, smartphone, tablet, televisori, videogiochi, siamo destinati a essere risucchiati dalla tecnologia? A giudicare dagli scatti del fotografo francese Antoine Geiger sembrerebbe proprio di si. Con il suo progetto Sur fake fa, infatti, una panoramica a cavallo tra dipendenza e normalità.

Le immagini di Geiger mostrano volti risucchiati dagli schermi. In metropolitana, per strada, in casa, in ufficio, uomini e donne sono quasi sequestrati dai loro dispositivi e completamente assopiti dal flusso di informazioni provenienti dal web.

Emblematica è la foto che ritrae un gruppo di turisti in un museo che piuttosto che guardarsi intorno e ammirare le opere d’arte reali, appaiono concentrati sui propri smartphone. L’uno accanto all’altro, alienati, dissociati.

Possibile che Facebook, Twitter, Instagram e così via, stiano condizionando così tanto le nostre vite? Vi avevamo già parlato di un altro fotografo Eric Pickersgill che nel suo progetto Removed, aveva provato a strappare via i telefonini dalle mani dei soggetti immortalati, con un risultato scioccante tanto quanto quello di Sur fake.

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Secondo la descrizione di Geiger lo schermo diventa un nuovo dio onnipresente, un alter ego che funziona quando spingiamo il bottone del nostro cellulare. Un triste spaccato della società per lanciare un messaggio forte: smettiamola di comportarci come vegetali e ritorniamo a parlare, scherzare, litigare, confrontarci con le persone nel mondo reale.

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I volti delle foto sono volontariamente distorti ma le immagini non sono costruite ad hoc. Non c’è niente di falso, quindi, ma tutto è tristemente vero.

Nel mio progetto – scrive sul suo sito il fotografo ventenne -lo schermo rappresenta una sottocultura di massa che aliena le relazioni con il nostro corpo e più in generale con tutto il mondo fisico”.

Ed ecco il risultato:

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Dominella Trunfio

Photo credit

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