Condotto il primo studio dei campioni provenienti da Stonehenge per scoprire il segreto della longevità di questo incredibile monumento
I ricercatori dell’Università di Brighton hanno condotto il primo studio dei campioni provenienti dal sito di Stonehenge e hanno scoperto il segreto della longevità di questo incredibile monumento
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Brighton ha provato a far luce su come sia possibile che il monumento dello Stonehenge, eretto più di 5.000 anni fa nel sud dell’Inghilterra, sia ancora in piedi dopo tutti questi anni.
Si tratta della prima analisi condotta sui campioni raccolti direttamente da uno dei megaliti costitutivi del monumento, al fine di comprendere la struttura geologica e chimica della pietra. Il campione fu raccolto da un tagliatore di pietre, Robert Philips, negli anni ’50: si trattava di una ‘bacchetta’ di pietra estratta dallo stone 58, del diametro di 2,5 centimetri e lunga circa un metro. Philips portò il reperto trafugato come souvenir dallo Stonehenge negli Stati Uniti, dove viveva, e solo nel 2018 (poco prima della sua morte) ha restituito la pietra al British Heritage. Attualmente, il sito di Stonehenge è considerato Patrimonio Mondiale dell’Umanità e non è più così facile danneggiarlo ‘rubando’ dei pezzi – ecco perché il reperto trafugato da Philips ha acquisito così grande importanza per gli scienziati.
I ricercatori hanno utilizzato sistemi di scansione ai raggi X e altre tecniche di analisi sul reperto per scoprire che i massicci blocchi di arenaria che costituiscono il monumento sono costituiti da granelli di quarzo piccolissimi (una sorta di sabbia) cementificati insieme in un mosaico di cristalli di quarzo. Questa struttura della pietra la renderebbe insensibile allo scorrere del tempo, all’erosione e all’azione degli agenti atmosferici a cui è perennemente esposta.
I blocchi che costituiscono Stonehenge arrivano a toccare i 7 metri di altezza e pesano attorno alle 20 tonnellate. Il monumento originario era costituito presumibilmente da 80 blocchi di pietra – oggi ne restano 52. Malgrado tutti gli studi compiuti finora, è ancora poco chiaro come questi massi siano stati spostati fino al sito e posizionati nel modo che ci è così familiare. Gli scienziati confidano che questa nuova scoperta possa fornire maggiori informazioni che possano aiutare a tracciare l’origine e il percorso compiuto da queste enormi pietre.
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Fonte: PLOS One / University of Brighton
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