Startup e start-up non sono la stessa cosa: parole simili, ma definizioni differenti

Startup e Start-Up? Avete mai pensato potessero essere parole dalla definizione differente? Vediamo cosa indica l’una e cosa significa l’altra

Sono ormai svariati anni che nella lingua parlata di tutti i giorni è entrata a pieno titolo un’espressione che nell’immaginario collettivo starebbe esclusivamente ad indicare “l’avvio di un’attività” o, ancora di più, una “impresa sostanzialmente giovane”. In realtà non è (solo) così e la differenza dipende tutta da un semplice trattino.

Per i puristi, infatti, startup e start-up non indicano la stessa cosa. Attenzione, quindi, quando usiamo questa parola soprattutto in uno scritto. Ma cosa significano entrambe? La questione è puramente tecnica e proveremo a ragionare con i termini degli esperti dell’imprenditorialità.

Leggi anche: Questa start-up cilena sta trasformando gli pneumatici usati in batterie elettriche più efficienti e durature

Nel caso di start-up si parla di quello che sostanzialmente più conosciamo nella dialettica comune: l’avvio di un’attività ex novo oppure di una cosiddetta “business unit” in una attività già esistente. Nel caso di startup, invece, s’intendono nuove imprese “all’americana” sottoposte a metodologie di gestione cosiddetta “Lean”.

La definizione di start-up

Come capita spesso, anche in questo caso l’espressione (puramente economica) prende origine dal verbo inglese “to start-up”: “to start-up a company” sarà letteralmente “avviare un’impresa”.

Quindi “start-up”, con il trattino in mezzo, indica la fase di avviamento di una attività ma anche di una business unit all’interno di un’attività già esistente. Nella lingua italiana, in una frase scritta, deve essere affiancata al termine a cui si riferisce il verbo. In economia, quindi, lo “start-up” di un’attività si riferisce ad una situazione temporale, ovvero all’avvio dell’attività, non ad una particolare categoria di impresa. Possiamo quindi definire start-up l’avvio di qualsiasi attività imprenditoriale tradizionale come ad esempio un bar o un ristorante. Negli Stati Uniti queste attività, comunemente tradizionali sono chiamate lifestyle business.

La definizione di startup

Come accennato prima, se si scrive “startup” ci si riferisce alle nuove imprese “all’americana” sottoposte a metodologie di gestione cosiddetta “Lean”, ad investimento in più tornate da parte di soggetti, soci di capitale. Quindi non ad una sola fase di un’Azienda.

Una organizzazione temporanea in cerca di un business model scalabile e replicabile, come la definisce Steve Blank in The startups owners manual, 2012)

“Startup” come definito da Blank è stato perfino sancito dal Governo americano, quando l’allora presidente Obama lanciò la “Startup America Partnership”, nel 2011:

Una organizzazione temporanea che attua un business model scalabile o replicabile, termine che va riconosciuto e quindi adottato per identificare le aziende neonate con DNA e prospettive da gigante. Sono quelle imprese di cui parlavo all’inizio, che intorno a loro portano i modelli di identificazione, gestione ed investimento codificati e tipici in molti paesi del mondo, e solo in via di diffusione in Italia, spesso con molta approssimazione e millantate competenze da parte di soggetti intermedi che cercano sempre una nuova onda di mercato dove alimentarsi.

Si tratta di un’entità quindi che, con la ricerca di un business model, per dirla col gergo tecnico, scalabile e ripetibile, punta alla rapida crescita del suo mercato.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook