Nella grotta di Vogelherd sono state trovate alcune delle più antiche sculture di animali, come un cavallo, un leone, un mammut e un bisonte: risalgono anche a 40.000 anni fa
Un gruppo di archeologi ha scoperto in una grotta della Germania, nella regione del Giura Svevo, alcune delle più antiche sculture di animali mai trovate, risalenti a circa 35.000-40.000 anni fa. Questi straordinari manufatti sono stati ritrovati nella grotta di Vogelherd, situata sopra le rive del fiume Lone, e rappresentano una delle prime espressioni artistiche conosciute dell’umanità.
Tra le sculture ritrovate, spiccano le rappresentazioni di un cavallo, un leone, un mammut e un bisonte, tutte realizzate in avorio. Queste opere sono attribuite alla cultura aurignaziana, un gruppo del Paleolitico superiore che visse tra 43.000 e 35.000 anni fa.
L’intaglio del cavallo, in particolare, è stato identificato come la prima rappresentazione di questo animale mai realizzata dall’uomo. Anche se le zampe della scultura non sono state recuperate, l’avorio intagliato mostra dettagli che suggeriscono che potrebbe trattarsi di uno stallone.
Tanti ritrovamenti si sono susseguiti negli anni
La scoperta della grotta e delle sue meraviglie avvenne nel 1931 quando l’archeologo dilettante Hermann Mohn trovò delle scaglie di selce vicino alla tana di un tasso. Informò l’Università di Tubinga, che inviò il paleo-storico Gustav Riek per eseguire scavi approfonditi. Durante questi scavi, Riek portò alla luce una vasta gamma di manufatti, tra cui le preziose statuette d’avorio.
Nel 2005 una nuova operazione di scavo fu lanciata per riesaminare i cumuli di rifiuti lasciati da Riek. Tra il 2005 e il 2012, furono recuperati oltre 217.000 pezzi di pietra lavorata, 1.713 utensili in osso, corna o avorio, 479 kg di ossa di animali cacciati e 28 kg di avorio di mammut. Questi scavi hanno arricchito ulteriormente la nostra comprensione della vita e delle abitudini dei primi esseri umani.
Le sculture di Vogelherd sono state decorate con motivi a linee incrociate, che potrebbero rappresentare la pelliccia degli animali o avere un significato religioso. La grotta stessa era un luogo di caccia e macellazione, dove i cacciatori aurignaziani portavano le loro prede per essere lavorate.
Nel 2007, la grotta di Vogelherd è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, riconosciuta come parte del sito “Grotte e arte dell’era glaciale nel Giura svevo”. Questa scoperta non solo ci offre una finestra sulle prime espressioni artistiche dell’umanità, ma testimonia anche l’importanza culturale e spirituale che questi animali avevano per le antiche popolazioni umane.
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Fonte: ScienceDirect
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