Forse nessuno come Carducci è mai riuscito a descrivere in modo così vivido le atmosfere e i profumi (come quello del vino in fermentazione) dell'autunno. In occasione della festa di San Martino - che ricorre l'11 novembre - rispolveriamo la sua poesia senza tempo
L’11 novembre celebriamo San Martino, una ricorrenza ancora molto sentita nel nostro Paese, le cui origini sono molto antiche. Come da tradizione, tante famiglie e amici in questa giornata si riuniranno per trascorrere qualche ora insieme mangiando i prodotti tipici dell’autunno. Immancabili sulla tavola le castagne e il vino, un’accoppiata celebrata anche in un detto popolare, ancora molto diffuso.
San Martino, vescovo di Tours, è fra i santi più venerati del medioevo, in particolare in Francia. La sua figura viene ricordata per la sua grande generosità per aver aiutato un povero in una giornata piovosa e fredda. Secondo la leggenda, Martino – che all’epoca era un soldato romano – vedendo il mendicante decise di tagliarlo a metà con la sua spada per evitare che l’uomo morisse di freddo. In quel momento la pioggia smise di cadere e le nuvole si aprirono e la giornata divenne quasi estiva. Da qui la celebre espressione “Estate di San Martino” (che negli ultimi anni è realtà, visto le ondate di caldo record).
Questa ricorrenza ha ispirato diversi pittori e compositori. Ma la poesia che forse più di tutte celebra descrive in maniera molto vivida l’atmosfera, i sapori e i profumi di questo periodo dell’anno è quella di Giosuè Carducci. Un componimento particolarmente sonoro, dedicato a uno dei simboli autunnali per eccellenza: il vino, che bolle nelle botti, rallegrando gli animi.
Le parole del grande poeta risuonano ancora oggi nelle menti e nei cuori, quando descrive questa festa come un momento di gioia pura, in cui “ogni mosto è vino” ed evocano immagini di campi dorati, di grappoli d’uva maturi e di cantine che si aprono per la degustazione del vino novello, un vero e proprio rito che celebra la fine della vendemmia e l’inizio di un nuovo ciclo della natura.
Il testo della poesia San Martino
Ecco il testo dell’intramontabile poesia del poeta toscano:
La nebbia agl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
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