Le Rivoltelle, la band al femminile che combatte la ‘ndrangheta con la musica (VIDEO)

Immagini in bianco e nero nella campagne desolate della Calabria. Uno scenario che rimanda a tradizioni, usanze ancora vive in alcuni piccoli paesi dell’entroterra del profondo Sud. Una voce graffiante in un corpo fasciato da abiti di moda solo in determinati ambienti.

Immagini in bianco e nero nella campagne desolate della Calabria. Uno scenario che rimanda a tradizioni, usanze ancora vive in alcuni piccoli paesi dell’entroterra del profondo Sud. Una voce graffiante in un corpo fasciato da abiti di moda solo in determinati ambienti.

Le Rivoltelle, al secolo Elena Palermo, Alessandra Turano, Paola Aiello e Angela Massafra sono una band tutta al femminile che utilizza la musica per sdoganare il tabù della ‘ndrangheta calabrese. Originarie del cosentino nel loro ultimo singolo “Io non mi inchino”, raccontano un sud disincantato con gli occhi di “quel sud lo ha visto e subito sulla propria pelle”.

Un testo di denuncia che rimanda a quelle processioni religiose in cui ancora sopravvive l’usanza di inchinare le statue davanti alle case dei mafiosi locali. Solo qualche giorno fa, vi avevamo parlato dei giovani corleonesi che avevano lanciato l’hashtag su Facebook #noinonciinchiniamo, dopo il presunto inchino della statua di San Giovanni sotto casa di Totò Riina.

LEGGI anche: #NOINONCIINCHINIAMO: I GIOVANI DI CORLEONE DICONO NO ALLA MAFIA CON UN SELFIE (FOTO)

rivoltelle band musicale1

Non faccio inchini. Se non per allacciare le mie scarpe. E sono figlio di comuni contadini. Di stenti e di valori morali, cantano Le Rivoltelle. Una condanna soprattutto nei confronti dell’atteggiamento remissivo e indolente di chi non ha il coraggio e la forza di ribellarsi.

“Il concept è stato creato da una brillante regista italiana, Livia Alcalde Patanè, che attraverso un cambio di prospettiva ha incarnato il testo del brano e creato un’armonia perfetta tra immagini e parole. Il punto focale è lo sguardo dei bambini, attori protagonisti insieme alla band di una narrazione in bianco nero e dal sapore retrò, in cui sguardi dolci e innocenti si mescolano ad atteggiamenti e comportamenti tipicamente mafiosi. Il finale esprime un messaggio di speranza: che i bambini possano con la loro purezza primordiale salvarci da certi orrori e brutture della vita”, si legge sul sito della band.

Un terzo singolo che nasce da una rilettura dell’esperienza di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro da sempre impegnato nella lotta alla mafia. In tour in tutta Italia, Le Rivoltelle si godono il successo con il loro grido di protesta che ha già raccolto 47mila condivisioni.

Dominella Trunfio

Foto

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram