La storia narrata nell’Iliade viene confermata da questo raro ritrovamento archeologico

I ricercatori hanno portato alla luce tre spade riccamente decorate, collegabili ai corredi micenei cantati dal poeta Omero

I ricercatori dell’Università di Udine hanno portato alla luce tre spade riccamente decorate, collegabili ai corredi micenei cantati dal poeta Omero

Nel corso della decima campagna di scavo della necropoli della Trapezà di Eghion in Acaia (Peloponneso occidentale), gli archeologi dell’Università di Udine hanno rinvenuto tre spade di foggia micenea, databili attorno al XIV secolo a.C. – nel periodo di pieno fulgore dei palazzi micenei di Micene, Tirinto e Pilo.

L’area dello scavo è particolarmente ricca di reperti. Solo lo scorso anno gli archeologi italiani, in collaborazione con il ministero della Cultura greco, hanno trovato in un’altra tomba ricchi corredi di ceramica, gioielli, e un deposito di oggetti in bronzo (fra cui una monumentale cuspide di lancia da parata, probabilmente dotazione di una figura particolare – un ufficiale, sovrintendente o governatore locale – legato all’autorità centrale di Micene).

Tuttavia, il ritrovamento di armi – in particolare, di spade così pregiate – è piuttosto raro: il sistema politico dei regni micenei era rigidamente centralizzato, pertanto l’accesso alle armi era controllato e limitato. La scoperta è stata ancor più sorprendente perché le spade, di qualità pregiata, sono state rinvenute all’interno di una tomba apparentemente modesta.

Prodotte nelle officine centrali, le armi erano conservate nei magazzini palaziali ed erano per lo più distribuite all’occorrenza agli uomini chiamati alle armi o erano detenute da guerrieri e ufficiali con ruoli specifici nell’ambito dell’amministrazione palatina – spiega Elisabetta Borgna, che ha guidato i team di archeologi. – È dunque raro che durante la piena età palaziale, ossia quando era più efficiente e rigoroso il sistema di controllo dei palazzi, nelle tombe, e in particolare in quelle appartenenti a necropoli periferiche, venissero deposte delle armi; quando avveniva, queste ultime erano certamente incaricate di esprimere indicazioni rilevanti sullo status e sul ruolo dei defunti.

Il ritrovamento di armi micenee in una necropoli achea sembra confermare quanto il poeta cieco Omero racconta nel II libro dell’Iliade: secondo il mito Agamennone, re di Micene, avrebbe guidato contro Troia cento navi di guerrieri, reclutati, oltre che nei territori immediatamente circostanti al palazzo di Micene, in Argolide e Corinzia, anche nella periferica Eghialia, ossia la porzione orientale dell’Acaia intorno ad Eghion, sede di vari insediamenti di cui più tardi ci avrebbe parlato Pausania. Alla base del racconto mitico, quindi, ci sarebbero fatti storici verificabili attraverso questi ritrovamenti: ‘coloro che abitavano intorno ad Eghion’, come li descrive Omero, sarebbero stati parte di una comunità in grado di fornire uomini e mezzi per grandi iniziative belliche – come la guerra di Troia appunto.

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Fonte: Università di Udine

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