Riapre al pubblico il Giardino delle Camelie, un piccolo angolo segreto a Firenze

A Firenze un giardino segreto è stato riaperto al pubblico dopo anni e anni. Qui i visitatori potranno ammirare le camelie in fiore con ben 66 cultivar racchiuse in un angolo di primavera in città

Nel Giardino di Boboli, nella splendida Firenze, tra l’ala meridionale di Palazzo Pitti e il bastione della Meridiana vi è un angolo sconosciuto ai più. Si tratta del Giardino delle Camelie, una piccola e raffinata area con camelie in fiore e giochi d’acqua realizzata nella metà del Seicento per consentire al principe Mattias de’Medici di poter accedere al Giardino di Boboli dai suoi appartamenti privati.

Questo incantevole luogo è stato chiuso per anni e anni, ma ora è pronto ad accogliere nuovamente i suoi visitatori all’ombra delle camelie, sulle sue panchine, tra i boccioli e tinte pastello. Inizialmente il giardino non ospitava camelie ma piante da bulbo e agrumi. Era curato dal fratello del principe Mattias, il cardinale Giovan Carlo.

I lavori verso la fine del Settecento ne cambiarono però l’aspetto. Il giardino venne infossato, fu così che si pensò di destinare l’area alla coltivazione delle camelie provenienti dall’Oriente. Il fiore radunò in Toscana appassionati da ogni territorio limitrofo e lontano, affascinati dai fiori dalla bellezza perfetta. La regione divenne uno dei principali centri del Paese dove lasciarsi incantare dai fiori esotici.

Tutt’oggi nel Giardino delle Camelie si possono ammirare cultivar di una certa data, 66 in tutto.

La specie principale è la camelia japonica, altre come la Tricolor o la Rosa Mundi sono state reintrodotte. La riapertura al pubblico è stata possibile grazie a interventi di restauro finanziati dalle Gallerie degli Uffizi e sarà visitabile da aprile a maggio in tutto il suo splendore in visite accompagnate.

Le visite si svolgeranno dal martedì alla domenica, tre la mattina e tre il pomeriggio per gruppi di massimo 15 persone alla volta Gli orari sono i seguenti: 11, 12, 13 e 15, 16, 17. Non è necessaria la prenotazione.

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Fonte: Gallerie degli Uffizi

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