RAEE in Carcere: i rifiuti elettronici diventano opeRAEE

I RAEE, i rifiuti elettronici legati alle nuove tecnologie, vengono recuperati e riutilizzati per essere trasformati in opere d’arte creative all’interno del progetto RAEE in Carcere e diventano ora ometto di una mostra che sarà possibile visitare a partire da oggi, 8 aprile, fino al prossimo 22 aprile presso la sede della Regione a Bologna.

I RAEE, i rifiuti elettronici legati alle nuove tecnologie, vengono recuperati e riutilizzati per essere trasformati in opere d’arte creative all’interno del progetto RAEE in Carcere e diventano ora ometto di una mostra che sarà possibile visitare a partire da oggi, 8 aprile, fino al prossimo 22 aprile presso la sede della Regione a Bologna.

La mostra è stata organizzata con il patrocinio di Regione e Ministero della Giustizia e con il supporto di consorzio Ecolight. Lo scopo del progetto consiste nell’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate in esecuzione penale oppure reduci dal carcere, per le quali si renda necessario un accompagnamento competente che favorisca il loro reinserimento nella vita civile della comunità e nella legalità.

A Bologna, Forlì e Ferrara sono stati avviati a partire dal 2009 tre laboratori produttivi, grazie a i quali i carcerati e gli ex carcerati si occupano della trasformazione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, tra i quali troviamo ad esempio cellulari, computer, asciugacapelli e lavatrici, in oggetti d’arredo, installazioni e monili.

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Le finalità sociali ed ambientali del progetto risultano arricchite dal valore artistico che i manufatti artigianali ricevono grazie agli interventi di riciclo creativo posti in essere da parte di coloro che si trovano a scontare una pena in carcere o da coloro che, reduci da essa, sono alla ricerca di una possibilità concreta di reinserimento sociale.

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Alla base delle opere presentate alla mostra di Bologna vi è il concetto secondo cui ogni oggetto, dapprima considerato come un rifiuto, possa recuperare il valore perduto trasformandosi in un’opera d’arte che tutti saranno in grado di apprezzare e di ammirare. Nella stessa maniera, coloro cha hanno vissuto una vita ai margini della società, potranno trovare un’occasione per rinascere.

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L’iniziativa è stata coordinata da parte di Lia Benvenuti, direttore generale di Techne, la quale ha affermato come il progetto rappresenti un’opportunità di studio e riflessione sull’uso dei materiali, sul recupero creativo degli oggetti dimenticati e apparentemente privi di vita e sull’attività creativa dell’artista, oltre che sulle condizioni di vita dei detenuti.

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Sarà possibile visitare la mostra dal lunedì al venerdì, fino al 22 aprile presso la sede della Regione di Bologna, dalle 8 alle 17. L’ingresso è libero.

Marta Albè

Foto: RAEE in carcere/Schicchi

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